Pugno di ferro leghista sui rom: sei mesi per rispettare la legge

Giuseppe De LorenzoEugenia Fiore

“Sì, siamo contenti della mia nuova sistemazione”. Eva e suo marito lo dicono senza mezzi termini: “È meglio così”. Oggi vivono in un appartamento normale, con acqua luce e gas che dovranno pagare come tutti i normali cittadini.

Certo, fa strano sentir dire a un nomade che la Lega “ha fatto bene” o che un esponente del Carroccio “è stato bravo”. Non rientra nel gioco delle parti cui siamo abituati. Ma è così. A Ferrara, come promesso in campagna elettorale, il campo nomadi è stato sgomberato, i suoi occupanti ricollocati e costretti a pagare utenze o affitto.

Era il lontano 1989 quando il campo di via delle Bonifiche venne aperto per “riconoscere dignità” a chi è vive in base a “specifità culturali”. “Ci abitavano 40 persone, il regolamento era completamente disatteso e le condizioni igieniche a livello delle periferie africane”, racconta il vicesindaco leghista Nicola Lodi. Un panorama fatto di baracche, liquami riversati in strada e immobili fatiscenti. Degrado, ovvio. Ma anche criminalità.

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