Il governo perdi e tassa
Dopo le elezioni in Umbria hanno preso paura e provano a correre ai ripari con un gioco di prestigio: fare sparire dalla manovra finanziaria alcuni annunciati aumenti di tasse particolarmente odiosi, tipo quello della cedolare secca sugli affitti, e compensarli con aumenti meno impopolari, soprattutto sulle aziende.
La possono girare come vogliono, ma il risultato non cambia: Cinque Stelle e Pd aumenteranno la pressione fiscale complessiva, già a livelli insopportabili, di almeno altri cinque miliardi. Il trucco è palese: tassare aziende e introdurre balzelli etici tipo la tassa sulla plastica evita la protesta di piazza, ma non cambia lo stato del portafoglio delle famiglie. Anche gli stupidi, infatti, sanno che ogni imposizione fiscale sulla produzione viene legittimamente scaricata dagli imprenditori sui prezzi al consumo, cioè su di noi. Con l’aggravante che un’operazione simile rischia di comprimere i consumi stessi e, quindi, innescare una non espansione, se non contrazione, di salari e occupazione.
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