Bersani: «L’Emilia val più di un governo. I 5 Stelle da soli? Idea balzana»
Al Pd serve il congresso?
«Servirebbe
mettersi a disposizione di una chiamata ampia, di un gesto creativo. Ci
sono forze sparse della sinistra, sociali e politiche, che hanno
bisogno di sentirsi dire che siamo in una fase nuova».
Nel campo che lei disegna c’è posto per Renzi?
«Renzi
farà quel che vorrà. Il tema è se accetta di tirare una riga su tutte
le ubbie centriste che non esistono nel corpo del Paese. Nel mondo
adesso chi insegue un centro che non c’è si trova a destra, si trova a
dire “no alle tasse” anziché “no all’evasione fiscale per pagare meno”».
Quanto fa male il crollo della roccaforte umbra?
«Dal
2014 noi le roccaforti le abbiamo perse tutte. Quindi cos’è la
sconfitta annunciatissima dell’Umbria? È ancora non aver trovato il
bandolo per reagire».
Se viene giù anche l’Emilia Romagna, Conte cade?
«L’elettorato
grillino ha in mano una bella responsabilità. È indecente che una
regione che vale più di un governo venga presa in ostaggio per una resa
dei conti nazionale».
L’Emilia Romagna vale più del governo?
«Non
ne voglio neanche parlare di cosa sarebbe chiudere bottega di una delle
sale macchina del riformismo. Il livello di civilizzazione raggiunto in
Emilia Romagna, per via carsica è risbucato in tutto il Paese e dunque
tutto quello che si può fare in termini di alleanze bisogna farlo, ma la
questione rilevante è un’altra. Questa destra sta dicendo cambiamento?
La sinistra deve ricordare che i risultati innegabili di quella regione
sono il frutto di una specializzazione nel coraggio del cambiamento, che
persino la destra ci riconosce».
Perché allora nei sondaggi la Lega è primo partito?
«Se
per ragioni a cui Bonaccini è estraneo la spinta riformista si è un po’
spenta, si farà prima a riprenderla, invece che andare a cercare i
cambiamenti in gente che non sa da che parte iniziare».
Il suo appello a Di Maio?
«Caro
Di Maio, la destra ha usato il governo con i 5 Stelle come sgabello, ma
adesso non ne avrà più bisogno. Immaginarsi nel solipsismo assomiglia a
un cupio dissolvi. Che siano da soli, che siano in compagnia della
destra o della sinistra, i 5 Stelle nelle elezioni amministrative hanno
un problema piuttosto serio. E dire “saremo l’ago della bilancia” non
porta lontano».
La convince Zingaretti quando sul Corrierepromette di rifondare il Pd?
«Non
ho capito se stia parlando al Pd, o a un campo più largo e nuovo. E
ancora non vedo chiari i contenuti. Io non dico di abiurare il jobs act,
ma vuoi correggere i licenziamenti collettivi? Ci sono ambiguità che
meritano un chiarimento. Qual è la riga politica che si pensa di tirare
tra il Pd e l’imbarcadero di Renzi? Ricordiamoci che il vaffa i 5 Stelle
lo diedero al Pd. Per muovere le cose bisogna mettere giù una
piattaforma nuova, una federazione delle sinistre, un soggetto del
lavoro e dell’ambiente».
Deluso dal governo?
«No, Gualtieri ha
fatto un miracolo, non credevo. Dopodiché la malagestione e il
battibecco hanno fatto un altro miracolo e cioè un governo che toglie 26
miliardi di tasse pronte a scattare, ne mette 5 e passa come il governo
delle tasse, beh ragazzi, ci vuole un fisico bestiale».
Che voto dà a Conte?
«Ben
più della sufficienza, è un punto di equilibrio in una situazione
difficile. Ma cosa vogliono fare da grandi? Con meno di quello che ho
detto, allacciamo le cinture e vediamo cosa fa Salvini. Prima o poi
quella destra lì arriva. La temperatura nel Paese è alta e io non vedo
aria di transfughi o soluzioni tecniche».
E la foto di Narni ?
«Mi è parsa un po’ posticcia, il simbolo di una fusione fredda. Ma non è mai una foto che decide. C’è qualcosa di più profondo da correggere».
CORRIERE.IT
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