L’Emilia contendibile. Ma i grillini saranno l’ago della bilancia
La seconda lezione riguarda i flussi elettorali: l’Umbria ha confermato che più il voto viene interpretato come un voto politico, più Lega e centrodestra godono. Non c’è dubbio che sia così anche in Emilia: lo dimostrano le strategie elettorali. Bonaccini, per esempio, è consapevole del credito che gode, da sinistra a destra, nel mondo dell’impresa e del lavoro e dei risultati brillanti dell’economia emiliana e romagnola. La guastafeste si chiama legge di stabilità: in Emilia-Romagna si vota il 26 gennaio, a manovra approvata. Il menu sarebbe un boccone amaro e indigesto.
La terza lezione riguarda peso e potenza dei candidati. Lucia Borgonzoni è sostenuta dalla forza di Salvini, perduta al Papeete e ritrovata con il voto popolare in Umbria. Bonaccini, al contrario, sembra poter contare solo sulla propria leadership, tanto il Pd appare avviluppato su stesso. Salvini ha già fissato il PalaDozza di Bologna per un grande evento, il 14 novembre, che segnerà il via alla campagna d’Emilia. Bonaccini sta battendo la regione in lungo e in largo, ma appare solo. Vista la malinconica foto di Narni, forse per il governatore è meglio così.
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