Caduta del muro di Berlino, il sogno di un’Europa più grande
Le iniziative di Solidarnosc erano fatti storici che avevano ampliato gli spazi delle libertà sociali e civili, quando la Polonia, ricchissima di carbone, era divenuta poverissima, con tassi d’inflazione sudamericani. Lo Stato, fino a poco prima, aveva livellato tutto, impedito la libera concorrenza per realizzare un’economia pianificata. In Polonia, insomma, in quell’autunno di trent’anni fa, vi era già una democrazia allo stato nascente, quando, ai primi di novembre del 1989, quasi miracolosamente, si aprì il Muro di Berlino dopo 28 anni dalla sua costruzione.
Per la verità la “cortina di ferro”,
che divideva in due l’Europa del lunghissimo dopoguerra, si era un po’
dischiusa già qualche settimana prima, quando l’Ungheria aveva aperto le
sue frontiere con l’Austria. Nella Germania Est la
Chiesa, in particolare quella luterana, era stata la culla del dissenso e
delle rivendicazioni innanzitutto ambientaliste, anche perché nelle
cerimonie religiose, dopo la predica del “pastore” luterano, potevano
prendere la parola anche i fedeli.
Il
pastore protestante Eppelmann mi descrisse quella della Germania Est
come «società della mancanza di libertà di espressione, di viaggio,
civili ed economiche». In quei primissimi giorni di apertura del Muro,
trovai a Berlino Est un grande disorientamento sulle prospettive.
Le conseguenze della seconda guerra mondiale erano finalmente finite, con grande entusiasmo e commozione degli abitanti delle due Berlino che tornavano ad abbracciarsi, ma il futuro era ancora incerto. Sullo sfondo rimaneva la preoccupazione dell’ennesima possibilità di una repressione con i soliti carri armati dall’Est.
L’unica prospettiva concreta che iniziava a delinearsi era di incominciare a costruire la pace e, con essa, un’Europa libera più grande che comprendesse anche i paesi dell’Est. Un’utopia che, pur con tante difficoltà, ha fatto, in trent’anni, molti passi in avanti. Il 1989 avrebbe dovuto essere principalmente il bicentenario della Rivoluzione francese, ma è ricordato soprattutto per la “caduta” del Muro di Berlino e per la nuova fase di maggiori libertà che, inizialmente con grandi entusiasmi, da allora tutta l’Europa vive.
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