Manovra, in arrivo tasse e aumenti per 5,5 miliardi
Il conto, riassunto nella tabella, considera solo gli incrementi fiscali veri e propri, ed esclude per esempio le misure che raccolgono entrate aggiuntive con azioni antievasione (come accade per l’analisi di rischio sui contribuenti).
Per il 2021, poi, il conto può crescere ancora, per una serie di ragioni: è prevista per tutto l’anno l’applicazione di imposte (come quelle ambientali) che nel 2020 scatteranno in corso d’anno, e arrivano gli effetti dell’addio alla Flat Tax fra 65mila e 100mila euro (1,1 miliardi di Irpef e Iva in più) e quelli del doppio intervento sulle detrazioni fiscali: la loro limitazione per i redditi sopra i 120mila euro porterà 109 milioni.
E assai più efficace sarà l’obbligo di pagamenti tracciabili per ottenere lo sconto: secondo i calcoli del governo, dovrebbe garantire 868 milioni.
Ma, visto il clima nella maggioranza, il 2021 è lontano. E bastano le cifre dell’anno prossimo ad alimentare la tensione. Come l’anno scorso, a irrobustire la colonna delle entrate è prima di tutto l’intervento sulle tasse differite (Dta) delle banche, che porta 1,64 miliardi.
La polemica politica, però, si concentra sulle nuove imposte più “popolari”: quella sulla plastica è chiamata a dare poco meno di 1,1 miliardi, mentre quella sullo zucchero vale il primo anno 233,8 milioni. Queste imposte, se funzionassero, dovrebbero ridurre il proprio gettito nel tempo, disincentivando i consumi “dannosi”. Ma secondo il governo questo non avverrà: perché i frutti della Plastic Tax salgono nel 2021 a 2,19 milardi, e tali rimangono anche nel 2022.
Una piccola spinta aggiuntiva dovrebbe poi arrivare dalla Web Tax. Che nei piani del governo non si accontenterà dei 600 milioni già messi a bilancio con la manovra dell’anno scorso, ma arriverà a quota 708 milioni. Poi ci sono le voci micro sul piano contabile, ma fastidiose su quello politico: la fusione della Tasi (integralmente deducibile) nell’Imu (deducibile in parte) porta 14,5 milioni all’anno, e l’aumento dell’aliquota sulle plusvalenze immobiliari ne produce 19 milioni.
All’appello, ancora una volta, sono poi chiamati i fumatori: quelli fai da te, che comprano cartine e filtri, dovranno versare 30,6 milioni in più. E i loro colleghi di vizio, affezionati però ai prodotti già pronti, ne verseranno 88,4.
ILSOLE24ORE
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