Maurizio Landini all’Huffpost sull’ex Ilva: “Il governo rimetta lo scudo”
Maurizio Landini, il governo adesso fa la voce grossa con ArcelorMittal. Ma, parliamoci chiaro, ha le sue responsabilità. Non ci voleva Cassandra a prevedere che Mittal avrebbe spento i forni. Da settimane dice: se non c’è lo scudo penale ce ne andiamo.
E infatti è utile che il governo corregga una evidente forzatura di utilizzo politico di una vicenda delicata e complessa come quella dell’ex Ilva. Quella norma sullo scudo era stata oggetto di confronto nel momento in cui era stato fatto l’accordo. E ricordo che quel che è stato fatto nei confronti di Mittal, in passato è stato fatto anche per i commissari che hanno gestito l’Ilva per anni.
Dunque, lei dice: Va reintrodotta una forma di scudo. Possiamo dire ai professionisti dell’onesta che quella tutela giuridica non è una pretesa di impunità, ma una copertura parziale legata solo all’impatto ambientale?
Come le dicevo è una norma logica: chi arriva è responsabile di quello che fa da lì in avanti e non prima. Penso che il governo sia nelle condizioni di trovare una soluzione soddisfacente. È chiaro che in Parlamento c’è stata una strumentalizzazione politica.
È questo che ha suggerito a Conte nell’incontro di ieri a palazzo Chigi?
Con Cisl e Uil abbiamo chiesto al governo di togliere ogni alibi a Mittal. Non le si può permettere di dire che deve terminare la produzione a causa di un clima ostile da parte della politica e della magistratura. Da Mittal ci aspettiamo che chiarisca le sue intenzioni, dica che non se ne vuole andare e che intende mantenere gli impegni sottoscritti sia per il piano industriale che ambientale.
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