Conte fa la cosa giusta

Scarmigliato, faccia tesa, rughe scavate dalla luce della realtà invece di quella delle curate riprese tv, finalmente l’Avvocato che siede a Chigi, è apparso una persona. È uscito dal suo Palazzo senza nessuna regia preventiva, senza avvertire nessuno dei membri del suo governo (almeno, finora questo ci dicono), ed è andato a Taranto. Dove si è ritrovato preso nel gorgo delle tante facce della complessità dell’Ilva, schiacciato dalla ressa, spintonato da matrone arrabbiate, intercettato dalle tante organizzazioni che difendono l’ambiente, richiamato all’ordine di cori rabbiosi di “Chiuda la fabbrica”, e da operai che chiedevano che soluzione avesse in mano. Per entrare in fabbrica dove ha visto i sindacati interni, ha usato l’entrata 2, quella da cui entrano i lavoratori, e il passaggio fuori dai cancelli, che doveva essere di maniera, è durato 90 minuti. Novanta minuti a prendersi tutto quello che arrivava dalla folla. Per poi procedere all’incontro dentro la fabbrica, che, mentre scriviamo è ancora in corso.  

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