M5s e il caso Ilva. I duri e puri che remano contro Conte
di BRUNO VESPA
Intervistai per la prima volta Barbara Lezzi nel 2013, quando i Cinque Stelle – conquistato il Palazzo – ci si asserragliarono dentro indossando la mascherina protettiva per non contaminarsi. Per intervistarla (prima per un libro e finalmente per la tv) , dovetti indossare – a sua garanzia – una tuta da Cernobyl. Fu il debutto dei grillini nel mondo profano: parlando con lei, capii ideali, romanticismo e settarismo integrale del Movimento, incompatibile con qualunque altra forma della democrazia rappresentativa tradizionale. La incontrai raggiante nei giardini del Quirinale il primo giugno 2018, fresca di giuramento come ministro per il Sud nel governo gialloverde.
E da allora cominciarono i guai. Perché il M5S è come quegli indigeni che quando vengono a contatto con gli occidentali, non avendone gli anticorpi, ne prendono le malattie con conseguenze gravi. Così la mescolanza governativa prima con la Lega e ora con il Pd ha prodotto un forte indebolimento del Movimento, mettendolo in serissima crisi.
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