L’ultimo regalo di Gigino. Nazionalizzare l’Ilva ci costerà 10 miliardi

Sofia Fraschini

Il governo Conte sta per recapitare un conto salatissimo agli italiani. Nazionalizzare l’Ilva di Taranto, a causa dei ripetuti scivoloni nella gestione del dossier da parte di Luigi Di Maio prima, e dell’esecutivo giallorosso poi, costerebbe fino a 10 miliardi di euro, un terzo della legge di bilancio.

E sarebbe per Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo, «il piano b» probabilmente allo studio del governo.

«Una cifra monstre che comprende il sostegno a tutti i dipendenti, le opere ambientali e un minimo di sviluppo industriale, nonché il potenziale rischio di una penale da pagare ad Arcelor Mittal», spiega al Giornale Giuseppe Sabella, direttore di Think-industry 4.0. A tanto ammonterebbe, dunque, assumersi il pieno controllo della più grande acciaieria d’Italia e statalizzarla per «rimediare» al disastro economico e industriale disegnato dall’ex ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che un anno fa chiuse l’accordo tra i trionfalismi.

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