Misiani (Tesoro): «Ilva, si deve trattare ma non ad ogni costo. La priorità è non chiudere»

Sarà coinvolta Cdp?

«È prematuro. Non è nel novero delle azioni in discussione».

Il governo sta valutando la nazionalizzazione? Sarebbe compatibile con le regole Ue?

«Tecnicamente è poco fattibile e problematica sotto vari punti di vista».

Ieri il gruppo cinese Jingye ha raggiunto un accordo per acquisire il produttore siderurgico britannico British Steel in bancarotta. È questo il futuro?

«Il futuro nel settore siderurgico è la crescente integrazione tra i grandi gruppi, ma non vuol dire che l’Europa e l’Italia debbano abbandonare un settore strategico per il comparto manifatturiero. Dobbiamo difendere la presenza siderurgica nel nostro Paese. Quindi dobbiamo negoziare e costringere ArcelorMittal a discutere, mettendo da parte le proposte non accettabili così come l’idea di disimpegno».

Le multinazionali non ascoltano molto i governi.

«Non credo che i governi debbano farsi intimidire dalle multinazionali. C’è un interesse nazionale: portare a compimento il piano ambientale e industriale».

State lavorando sul ripristino dell’immunità penale per l’ex Ilva durante l’attuazione del piano ambientale? Tra gli emendamenti del Pd non è prevista.

«Il Pd è a favore di una norma di carattere generale ma non ha senso discuterne prima della ripresa delle trattative. Vogliamo offrire un quadro di certezze a tutti gli operatori che si trovino ad affrontare situazioni simili».

È un segno di apertura al mondo delle aziende? ArcelorMittal ha denunciato un clima di ostilità.

«Ritengo che il futuro dell’Italia non possa prescindere dall’industria manifatturiera. È nostro dovere creare un contesto che aiuti il comparto rimanendo competitivo e affrontando il nodo ambientale».

Pd e Movimento 5 Stelle sono però divisi sull’immunità penale. Cosa farete?

«Nel governo c’è piena consapevolezza della necessità di fare tutto il possibile per tenere in attività l’ex Ilva. Si è impegnato in prima persona il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e questo è il segno dell’unità del governo».

È iniziato l’iter di discussione della legge di Bilancio. In quali ambiti ci sono possibilità di cambiamento?

«Tra oggi e domani (ieri e oggi, ndr) si completa il ciclo di audizioni con le parti sociali e gli enti territoriali. Avremo il quadro delle proposte dei diversi portatori di interessi e degli enti territoriali. Il governo è d’accordo a mettere mano al regime di tassazione delle auto aziendali e della plastica. Vogliamo rispondere concretamente alle istanze dei Comuni e ad alcune proposte di modifica del decreto fiscale».

Ieri Confindustria ha criticato duramente la legge di Bilancio, in particolare plastic e sugar tax. Cosa risponde?

«Le critiche sono sempre legittime anche quando non condivisibili. Confindustria sottovaluta la portata delle misure a favore delle imprese: gli incentivi 4.0 e il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, il rifinanziamento della Sabatini a sostegno delle Pmi, la totale deducibilità dell’Imu sui capannoni anticipata al 2022, che Confindustria ha erroneamente negato in audizione. Sulla plastica è in atto un dialogo con le associazioni imprenditoriali per migliorare la tassa».

Come procederete?

«Dobbiamo mettere in fila le criticità, fare il censimento delle risorse disponibili e selezionare delle priorità mantenendo invariati i saldi e l’impianto della manovra».

Ma le priorità di Pd e M5S sono diverse. Come conciliarle?

«L’impianto della manovra è stato condiviso da tutta la maggioranza. Sui temi industriali e fiscali abbiamo sensibilità diverse ma ci confronteremo per trovare un punto di equilibrio».

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