Il sovranismo della bellezza
di Massimo Gramellini
Siamo nella melma. Letteralmente, con piazza San Marco e i Sassi di Matera sott’acqua, le altre città d’arte a rischio-palude e neanche uno straccio di progetto per mettere in sicurezza la cassaforte a cielo aperto più preziosa del mondo, incautamente affidata dal destino alle nostre cure. Il cambiamento climatico è in atto, lo riconosce persino chi nega che dipenda dall’uomo. Il Mediterraneo ha cominciato ad assomigliare ai Caraibi e le piogge aumentano di intensità e di frequenza. Ce se ne può infischiare, lasciando alla Protezione Civile il compito di metterci ogni volta una pezza, finché potrà. Oppure, dal momento che a quanto pare il Paese pullula di patrioti, compattarsi al grido di «Prima l’Italia» e avviare la più eroica delle imprese: la ricucitura del territorio e la tutela delle sue meraviglie. Basterebbe un mese.
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