Ex Ilva, pm di Taranto indagano per “danno all’economia nazionale”

Il presidente del Consiglio, raccontano dal governo, lavora in queste ore attraverso ogni canale, anche diplomatico, per una soluzione che eviti lo spegnimento degli altiforni e la perdita di oltre diecimila posti di lavoro. Il ministro Stefano Patuanelli tiene i contatti con i commissari e con i dirigenti italiani dell’azienda. I Mittal potrebbero tornare a Palazzo Chigi a inizio settimana (ma manca ancora ogni ufficialità), poi mercoledì o giovedì il Consiglio dei ministri si riunirà con all’ordine del giorno proprio il dossier Taranto. Tra le armi di cui l’esecutivo dispone per trattare ci sarebbero ammortizzatori sociali per i lavoratori (ma di certo non i 5000 esuberi chiesti da Mittal), sconti sull’affitto degli impianti, defiscalizzazione delle bonifiche, una soluzione per l’Altoforno 2 su cui devono pronunciarsi i giudizi, una partecipazione di Cdp. E lo scudo penale su eventuali inchieste per danno ambientale.

Ma quando si tocca il tema arrivano le divisioni. Tanto che Michele Emiliano denuncia un allarme creato ad arte da Mittal per “mettere in crisi il governo”. Di Maio è convinto che prima si debba “trascinare in tribunale” l’azienda e attendere il risultato del ricorso d’urgenza presentato dai commissari a Milano: lo scudo è solo un “pretesto”, ininfluente, e di piani B per ora non si deve neanche parlare, sostiene. Dal Pd, invece, Nicola Zingaretti dà “ragione” agli operai quando chiedono al governo di “accelerare” il confronto con l’azienda. Non aspettare. “Non si accettano ricatti”, dice Peppe Provenzano. Ma se l’azienda accetta di sedersi al tavolo e tratta per restare, dichiara Andrea Marcucci, l’esecutivo deve varare subito un decreto con uno scudo per tutte le aziende “in contesti di forte criticità ambientale, a partire dall’ex Ilva”. Anche Iv, con Teresa Bellanova, invoca lo scudo. Ma il M5s spiega che ad ora non se ne parla e spera non si renda necessario, perché se è vero che Patuanelli e Conte sono pronti a spiegare ai gruppi pentastellati le ragioni per reintrodurre la tutela, al Senato rischierebbe di aprirsi una faglia con una pattuglia di pentastellati irremovibili (e decisivi per il governo).

Ma, mentre partono iniziative individuali come quella dell’ex ministro Carlo Calenda per “parlare con i Mittal”, lo scudo lo invocano tanto i sindacati, con Annamaria Furlan della Cisl, quando Vincenzo Boccia per Confindustria (“Servono soluzioni, non prove muscolari”). “Resisteremo alla chiusura degli impianti”, annuncia Francesco Brigati della Fiom: lunedì si terrò un consiglio di fabbrica, si pensa a uno “sciopero al contrario” per tenere accesi gli altoforni. “Sarebbe barbarie”, osserva Maurizio Landini della Cgil, se l’azienda vincesse

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