Ex Ilva, Mattarella convoca i sindacati al Quirinale. Il ministro Boccia: “Pronti a commissari e prestito ponte”

di GIULIANO FOSCHINI
Intanto il governo comincia ad attrezzarsi in caso si confermasse il disimpegno della multinazionale. Dovesse accadere, ha chiarito il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia a “Circo Massimo”, su Radio Capital, scatterà “l’amministrazione straordinaria, con un prestito ponte” da parte dello Stato, e quindi con l’incarico a dei commissari, in modo da riportare l’azienda sul mercato entro un paio d’anni.

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Ilva, i buchi nel piano che spiegano la fuga di ArcelorMittal

di LUCA PAGNI e LUCA PIANA

“Mittal – ha aggiunto Boccia – ha posto un ricatto occupazionale inaccettabile, che il governo ha già respinto. E dunque deve assumersi le proprie responsabilità e rispettare le leggi della Repubblica italiana”. Se non lo facesse “c’è l’amministrazione straordinaria che ha salvato l’Ilva dal crack dei Riva, con un prestito ponte e con l’obiettivo di riportare entro uno-due anni, come previsto dalla legge, l’azienda sul mercato”.

Se fosse necessario lo rifaremo senza alcun problema. Alternativa non c’è”. Solo una volta stabilita l’amministrazione straordinaria “si deciderà se ci sono altre aziende dello Stato che possono entrare nella cordata. Io – ha concluso Boccia – penso che abbia assolutamente fondamento la possibilità che entrino altre aziende, tra cui Cdp, ma è un tema che si porranno i commissari”.

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