Intervista a Renzi: «Niente elezioni anticipate, o regaliamo a Salvini il Paese e il Quirinale»
Il Pd dice che questi 120 miliardi non ci sono.
«Ho
fatto quattro manovre: tre leggi di bilancio e il decreto legge sugli
80 euro. E dunque conosco i numeri. Sono pronto a un duello
all’americana, in TV o in un centro studi, con chiunque dica che
manchino i soldi. Rilanciare le infrastrutture, sbloccando i cantieri, è
oggi emergenza nazionale. Dovremmo evitare polemiche tra partiti e dare
tutti una mano. Gli italiani vogliono tranquillità, non l’estremismo di
chi esaspera lo scontro. Per questo sogno di ottenere non la
maggioranza ma l’unanimità sul testo che Italia Viva sta predisponendo
per il progetto Italia Shock. Perché tutti sono d’accordo a parole con
l’esigenza di sbloccare i cantieri. Ora che finalmente qualcuno propone
un decreto, nessuno può tirarsi indietro. I soldi ci sono, serve la
volontà. Italia Viva risponde presente. Gli altri?».
È possibile che non ci sia un piano contro le alluvioni?
«La
prima cosa che ha fatto il mio governo è stata creare una unità di
missione contro il rischio di dissesto idrogeologico. La prima cosa che
ha fatto il governo gialloverde è stata chiudere questa struttura.
Qualcosa vorrà pur dire. Noi proponiamo di rilanciarla adesso. Perché se
gli interventi già finanziati fossero stati conclusi non avremmo avuto i
danni di questi giorni, a cominciare da Venezia col Mose. Non è vero
che il Mose non serve a niente. Chi lo dice parla senza cognizione di
causa. Costa molto, ci sono stati scandali, siamo in ritardo: vero. Ma
chi può affermare che sia inutile? Le opere servono e la qualità
ingegneristica italiana è di prima qualità. Il livello di precipitazione
dell’acqua di questi giorni a Firenze è paragonabile a quello del 1966
ma gli interventi successivi alla grande alluvione hanno abbassato il
pericolo. Del resto se non fosse entrato in funzione lo scolmatore di
Pontedera e la cassa d’espansione della Roffia — che hanno deviato
cinque milioni di metri cubi di piena — avremmo avuto Pisa distrutta.
Quando saranno attive tutte le casse di espansione non ci saranno più
notti insonni sull’Arno temendo esondazioni. Le opere pubbliche servono.
Anziché discutere invano della loro utilità, io dico: finiamole!
Servono, danno lavoro, finiamole!».
Conte invita a ragionare in termini di maggioranza ma voi non lo seguite.
«Ma
scherziamo? Questa proposta arriverà in tutti i comuni, alle
associazioni di categoria, ai sindacati: perché è un’idea che serve
all’Italia. Fossi il premier cercherei di valorizzare le idee di Italia
Viva. Ho visto oggi che Conte chiede l’aiuto dei parlamentari di
maggioranza per evitare l’aumento di tasse, a cominciare da quello folle
sulle auto aziendali. Ben fatto, bravo. Quando lo dicevamo solo noi, in
beata solitudine, ci consideravano i pierini della maggioranza. Ora lo
chiede anche il premier. È il destino dei pionieri: prima ti attaccano,
poi ti seguono. Era accaduto anche per l’Iva, accadrà così anche sullo
sblocco dei cantieri. Le buone idee vincono. Sempre. Quindi: bene così».
Convincerà anche Salvini?
«A
parole anche la Lega dovrebbe essere d’accordo. Poi vedremo i fatti.
Certo, la vera sfida sarà culturale. Per me la leadership in politica si
misura anche dalla capacità di dettare l’agenda. Salvini ha ipnotizzato
il Paese da oltre un anno facendo credere che l’unico problema fossero i
migranti. Per me non c’è una emergenza migranti ma c’è un’emergenza
crescita. E Italia Viva ha l’ambizione di strappare alla Lega la
capacità di dettare l’agenda. Il piano Italia Shock sarà la priorità dei
prossimi mesi, sono pronto a scommettere. Abbiamo bisogno di aprire i
cantieri, non di chiudere i porti».
Che succederà se un emendamento di Italia Viva sarà approvato con i voti dell’opposizione?
«Spero
che si possa fare un accordo di maggioranza blindato. Altri parlano con
le opposizioni. Se Quota 100 rimane è perché lo vogliono Lega e Cinque
Stelle. E gli emendamenti alla manovra presentati dal Pd sono quasi
mille, più di quelli della Lega, mentre noi siamo a quota 200. Dunque mi
sembra di poter dire che i problemi alla maggioranza non stiano venendo
da Italia Viva. Noi portiamo idee, non polemiche; soluzioni, non
problemi».
Dopo la manovra secondo lei il Governo avrà bisogno di una verifica, di un tagliando?
«Verifica,
tagliando: mi sembrano espressioni vecchie, da prima repubblica e
comunque il tema non mi riguarda. Noi di Italia Viva pensiamo che dopo
la manovra serva il Piano Italia Shock per sbloccare i cantieri, non il
rimpasto. Perché se sblocchiamo i cantieri l’Italia riparte. Tutto il
resto appartiene al mondo del politichese, lontano dalla realtà.
Pensiamo a far crescere i posti di lavoro piuttosto che a far crescere i
sondaggi».
Il caso Ilva dimostra che è impossibile governare con i 5S?
«Il
caso Ilva dimostra che è stato un errore fare una gara accettando che
per qualche milione di euro in più vincesse il progetto peggiore, come
dicono i risultati della gara. Chi in questi giorni ha difeso Mittal con
toni superficiali e populisti dovrebbe ricordare che un Paese serio
protegge i posti di lavoro, non le speculazioni internazionali. Poi non
ho bisogno di Ilva per dire quanto la mia idea di politica industriale
sia diversa dai grillini. Mi sono preso gli insulti per tenere quella
fabbrica aperta negli anni del mio governo, dal 2014 al 2016, e i
grillini stavano in piazza a gridare slogan di morte contro di me e
contro i miei collaboratori. Ma il problema di questi giorni si chiama
Mittal, non Patuanelli. Chi dice il contrario mente. E del resto
qualcuno, nel 2017, lo aveva detto chiaramente. Ora comunque bando alle
polemiche: proviamo a salvare il salvabile. Poi racconteremo la vera
storia di questi anni a Taranto».
Il Pd è pronto alle elezioni. E Iv?
«Andare a votare oggi significa regalare a Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri. E come se non bastasse significa lasciargli Emilia, Toscana e Lazio. Può darsi che questa sia la decisione autolesionista di parte del gruppo dirigente del Pd. Ma non credo sia l’interesse degli elettori del Pd, oltre che dei cittadini italiani. Noi siamo nati pronti e non ci fa paura nulla. Ma faremo di tutto per eleggere un presidente della Repubblica non sovranista. Questa è la nostra sfida. E Italia Viva la vincerà».
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