Borse, scattano i realizzi. Spread risale. Giù petrolio con freno Opec
A Piazza Affari – nonostante il rosso – sono stati ben comprati i titoli Azimut, tra le banche spicca il rialzo di Banca Pop Er, mentre sul mercato si continua a ipotizzare un consolidamento nel settore che coinvolga Ubi Banca e Banco Bpm, anche se restano in piedi i problemi di governance, come sottolinea il ceo di Ubi Massiah in un’intervista al Sole 24 Ore: «Servono analisi serie perché la storia ci dimostra che non tutte le aggregazioni sono state di successo», ha detto.
«Secondo noi – dice un’analisi di Equita Sim – oltre a questi vincoli, gli ostacoli di governance rendono meno probabile una fusione fra Ubi e Banco Bpm». «In base ai nostri calcoli – prosegue Equita – una fusione fra Ubi e Bper potrebbe comportare oneri one-off per 1,4 mld (di cui 820 mln per riduzione del personale), portando il Cet1 della combined entity dal 12,5% all’11%, livello che potrebbe essere aumentato tramite cessioni o un aumento di capitale da 500 mln-1 mld». L’analisi di Equita ha quindi riportato l’interesse sul mercato per una possibile aggregazione tra Ubi e Bper.
In discesa i titoli petroliferi sulle
Borse europee vista la netta correzione dei prezzi del greggio
innescata dalle indiscrezioni sulla freddezza dei grandi esportatori a
ridurre ulteriormente le soglie produttive. L’indice Stoxx600
Oil&Gas in calo così come è in calo Eni, Saipem, TechnipFmc, Total
eRoyal Dutch of Shell e Repsol. Secondo quanto riportato dalle agenzie
internazionali, i principali Paesi Opec e altri grandi produttori tra
cui la Russia sarebbero riluttanti a ridurre ulteriormente l’output nel
prossimo incontro del cartello in programma del 5 dicembre. Il Wti per
consegna dicembre è tornato sotto i 56 dollari al barile per la prima
volta dall’1 novembre ed è scambiato a 55,8 dollari, il Brent arretra a
61,4 dollari al barile.
Prosieben protagonista a Francoforte
Prosiebensat è tra i protagonisti della giornata di Borsa a
Francoforte, mentre le case di investimento ragionano su possibili
alleanze, ma le quotazioni restano ancora inferiori ai livelli
precedenti l’annuncio di Mediaset che l’11 novembre si è rafforzata nel
capitale. Lunedì scorso la controllata Mediaset Espana, in asse con
Credit Suisse, ha rilevato un ulteriore 5% in Prosieben, portando la
posizione complessiva che fa capo a Cologno Monzese al 15,11%. La mossa è
arrivata a poche settimane dall’ingresso nel capitale tedesco da parte
dell’investitore ceco Daniel Kretinsky che, attraverso Czech Invest
Media e il veicolo Ruby Equity Investments, ha acquistato il 3,6%
(stando a quanto riportato sul sito di BaFin): CMI, che Kretinsky
controlla insieme allo slovacco Patrik Tzak, ha realizzato numerosi
investimenti in media europei e ha fatto scalpore un anno fa con
l’entrata nel capitale di Le Monde. Proprio la presenza di due soci
forti nel capitale del broadcaster tedesco abituato a essere una public
company con un flottante al 100% negli ultimi cinque anni potrebbe
rendere concreto uno dei quattro scenari speculativi ipotizzati oggi
dagli analisti di Oddo Bhf. La prima ipotesi guarda soprattutto a Mediaset:
gli analisti escludono un’opa da parte del gruppo italiano, anche per
l’elevato impegno finanziario, (esclusa anche dallo stesso management) e
vedono piuttosto un ulteriore incremento della partecipazione anche
sopra il 20% magari inizialmente costruendo una minoranza di blocco in
asse con lo stesso Kretinsky, ma sempre con l’obiettivo finale di
arrivare a una progressiva combinazione che porti Prosieben all’interno
di MediaForEurope, la holding in cui dovrebbero confluire Mediaset e
Mediaset Espana. In seconda battuta, per gli esperti di Oddo, l’appeal
deriva anche dalle mosse di Kretinsky che potrebbe anche puntare a
diventare un partner di Mediaset, magari entrando anche in gioco per
rilevare le quote di Vivendi: la disponibilità finanziaria del magnate
ceco e i temi di opportunità politica che un suo intervento più
consistente potrebbe sollevare sono le due incognite relative a questo
scenario. In terza ipotesi, Oddo Bhf non esclude l’interesse di fondi di
private equity per una operazione su Prosiebensat a cominciare da Kkr
che è già stato socio di controllo, insieme a Permira, fino al 2013 e
che negli ultimi due anni ha realizzato ben sei investimenti nel
comparto media in Germania: in caso di opa da parte di un private
equity, Mediaset potrebbe anche decidere di rimanere nell’azionariato
con il suo 15% e puntare a costruire inizialmente una collaborazione
industriale per poi giocarsi le sue carte all’exit del fondo dopo 3-4
anni. Infine, Prosiebensat, secondo gli analisti, potrebbe essere
l’asset giusto per un investimento da parte di gruppi Usa come Discovery
e Viacom, già presenti in Europa, o addirittura potrebbe rappresentare
la porta di ingresso nel Vecchio Continente per Disney e NbcUniversal.
Usa: permessi edilizi +5% a ottobre, massimi dal maggio 2007
A ottobre, i permessi per le costruzioni, che anticipano l’attività
futura del settore edilizio, hanno registrato un rialzo mensile del 5% a
1,461 milioni di unità, il livello più alto registrato dal maggio 2007,
contro stime per un -0,5%; lo ha reso noto il dipartimento del
Commercio. Rispetto a un anno prima, i permessi sono aumentati del
14,1%. L’aumento dei permessi è stato sostenuto dal segmento delle unità
monofamiliari, cresciute del 3,2% a livelli che non si vedevano
dall’agosto 2007. Il mercato immobiliare, il più sensibile ai tassi
d’interesse, è cresciuto negli ultimi mesi grazie alle politiche della
Fed, che hanno spinto al ribasso i tassi dei mutui.
Sul mercato dei titoli di Stato intanto lo spread sui Bund tedeschi torna a salire rispetto alla chiusura di ieri toccando quota 165 e riportando il rendimento a 10 anni dei BTp sopra l’1,3%. Resta al centro dell’attenzione la cronaca sulla crisi Ilva: la settimana scorsa la notizia della chiusura degli impianti aveva fatto impennare il differenziale riportandolo sui massimi da agosto.
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