Bonaccini difende i suoi risultati, Borgonzoni cavalca l’onda di Salvini

I due non sono d’accordo quasi su nulla e qualche volta i toni si scaldano, ma tutto sommato il fair play non manca. Immancabile il riferimento al tour de force di Matteo Salvini che sta battendo palmo a palmo la regione. “Io non ho bisogno di balie – dice Bonaccini -, se i ministri o i leader nazionali vogliono venire a dare una mano sono i benvenuti ma solo se si parla della regione”. Pronta a ribattere Borgonzoni: “Sono candidata di un partito. E i partiti fanno eleggere i consiglieri regionali. Anche Bonaccini, gli piaccia o meno, è un rappresentante del Pd. Io farò campagna elettorale con Salvini, poi con la Meloni e con chiunque vorrà esserci”.

Quando poi si entra nel vivo del duello il governatore uscente spinge l’acceleratore sulle cose fatte e snocciola una serie di dati “che incoronano l’Emilia Romagna come la locomotiva d’Europa”. La leghista abbozza e sottolinea che la regione “va a 6, ma potrebbe andare a 10. E dopo 50 anni sarebbe salutare cambiare”.

Una battuta anche sulla proposta di Zingaretti di introdurre lo ius culturae, con Bonaccini che si dice d’accordo sul merito, “ma che non può essere la priorità del paese”. 

I due poi battibeccano sulla sanità, con Borgonzoni che la mette in cima alle sue priorità dicendo che c’è molto da migliorare. Mentre Bonaccini sottolinea con orgoglio che in Emilia Romagna “si trattano i poveri come i ricchi”.

Infine sono stati pubblicati i sondaggi di Roberto Weber in cui il gradimento di Bonaccini è dato al 40%, mentre la Borgonzoni si ferma al 29.2%.

L’HUFFPOST

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