Piazza Affari si salva grazie a scampata bocciatura di Bruxelles . Corre Nexi
Scattano le prese di beneficio, riflettori su posizione di Trump
Minacce
di nuovi dazi americani sui prodotti cinesi, violenze a Hong Kong e il
dibattito sull’impeachment del presidente americano Trump hanno
incoraggiato le prese di beneficio da parte degli investitori. Non va
dimenticato che, mentre è già scattato il conto alla rovescia per la
fine del 2019, i listini sono prossimi ai massimi dell’anno toccati nei
giorni scorsi. Anche Wall Street si attesta non distante dai livelli da
record aggiornati ieri, mentre sono in rialzo i prezzi dei bond
americani, con i tassi dei treasury a dieci anni che oggi scendono
vistosamente all’1,76% dall’1,78%. Gli investitori, intanto, si
interrogano anche sulla posizione del presidente Trump, visto che nel
corso delle quarte audizioni pubbliche sull’indagine che potrebbe
portare al suo impeachment, l’ambasciatore degli Stati Uniti presso
l’Unione europea, Gordon Sondland, ha ammesso che il tycoon ha fatto
pressioni per portare avanti in Ucraina indagini nei confronti di Joe
Biden.
Scampata bocciatura Italia spinge Milano
Piazza
Affari è stata la migliore visto che gli investitori hanno tirato un
sospiro di sollievo per la scampata bocciatura del bilancio 2020 dello
stato da parte della Commissione europea. L’Italia, però, rientra nell’elenco degli otto Paesi
a rischio di violazione del Patto di stabilità. Nel dettaglio si tratta
di Belgio, Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e
Finlandia. In più, ha sottolineato Bruxelles, per Belgio, Spagna,
Francia e Italia le proiezioni segnalano anche la non conformità con il
parametro per la riduzione del debito.
Volano le Nexi, la società sta trattando con Intesa
A Piazza Affari si sono messe in evidenza le azioni di Nexi (+4,9%). I titoli hanno allungato il passo sulla conferma che sono in corso contatti preliminari con Intesa Sanpaolo(-0,1%)
per un rafforzamento della partnership commerciale già in essere. Nexi
ha tuttavia definito priva di fondamento l’ipotesi che il gruppo
bancario, in cambio del conferimento di attività sul settore dei
pagamenti elettronici, possa diventare proprietario di una quota tra il
30 e il 40% del gruppo. La stessa Intesa ha specificato che «eventuali
operazioni non configurerebbero per Intesa Sanpaolo obblighi di
promozione di un’offerta pubblica di acquisto». Da ricordare che Nexi,
attiva nei pagamento elettronici, è sbarcata a Piazza Affari la scorsa
primavera, quando i titoli sono stati collocati a 9 euro per azione. Si è
trattato della maggiore ipo del 2019 al mondo per un valore di circa
5,7 miliardi di euro di capitalizzazione.
Le banche, dopo un avvio debole, hanno rialzato la testa con Ubi Banca in progresso dell’1,79%, Banca Pop Er in rialzo dell’1,3% eIntesa Sanpaolo e Unicreditt
sui valori di ieri (entrambi hanno limato sul finale dello 0,1%).
L’istituto guidato da Jean Pierre Mustier è stato promosso da Goldman
Sachs, che ha rivisto al rialzo il prezzo a 16,9 euro per azione, un
valore superiore di circa il 40% sui valori attuali. Ha invece perso
quota Banco Bpm.
Debole Atlantia, riflettori ancora accesi su Ponte Morandi
In coda al Ftse Mib Atlantia
(-2,2%), risetendo delle indiscrezioni di stampa relative al sequestro
di alcuni documenti da parte della Guardia di Finanza, risalenti al
2014, in cui si mettevano in evidenza i rischi sulla tenuta del Ponte
Morandi, che poi è crollato nell’agosto del 2018. Intanto il gruppo ha
fatto marcia indietro sulla partita Alitalia,
comunicando che ancora non si sono verificate le condizioni per la
presentazione di un’offerta vincolante. Resta ferma, comunque, ha
indicato la società, la disponibilità a individuare un partner
industriale per la definizione di un business plan condiviso.
Male il settore auto dopo mossa Continental
E’ risultato debole il comparto auto europeo, con il sottoindice del
settore che ha lasciato sul parterre mezzo punto percentuale. Del resto
Continental (-1,5%) ha annunciato il taglio di 5.500 dipendenti in tutto
il mondo entro il 2028 a causa del rallentamento congiunturale e del
calo della domanda di componenti per i motori a combustione. La
decisione è stata presa oggi dal supervisory board del gruppo tedesco,
che punta così a realizzare risparmi per 500 milioni di euro l’anno e in
particolare abbandonerà la produzione di componenti idrauliche per
diesel e benzina alla luce del fatto che l’industria automobilistica si
sta convertendo all’elettrico. Così Pirelli & C ha perso lo 0,4% e anche Fiat Chrysler Automobilest
ha lasciato sul parterre l’1,17%. Quest’ultima nell’attesa del
memorandum of unterstanding che l’azienda dovrebbe siglare a stretto
giro con la francese Peugeot, probabilmente a inizio dicembre. A mercati
chiusi è stato annunciato che Gm ha fatto causa al gruppo accusando la
rivale di aver disturbato tre round negoziali del produttore americano
con la United Auto Workers mediante il pagamento di tangenti ottenendo
in questo modo un illecito vantaggio competitivo. Fuori dal paniere
principale si sono infiammate le azioni della Roma
(+16%), dopo il ritorno di interesse del miliardario americano Dan
Friedkin per la società giallorossa, con l’ipotesi di un ingresso nel
capitale.
Nel resto d’Europa, Parigi ha perso lo 0,42%, Francoforte
lo 0,48% e Londra lo 0,84%. Madrid ha inoltre lasciato sul parterre lo
0,36%.
Euro in area 1,1066 dlr, gettonato il petrolio
Sul
mercato valutario, l’euro si è portato a 1,066 dollari (da 1,108 di
ieri sera), nell’attesa che in serata siano pubblicati i verbali della
Fed relativi dell’ultima riunione del Fomc. Gli operatori cercheranno di
scorgervi indizi sulle prossime mosse di politica monetaria, dopo che
ll’istiuto Usa ha disilluso i mercati su ulteriori tagli dei tassi di
interesse “preventivi”, a meno che i dati non mostrino un peggioramento
dell’economia e giustifichino così altri interventi espansivi. Dopo i
cali della vigilia, è in netto rialzo il prezzo del greggio: il Wti,
contratto con consegna a gennaio, guadagna il 3%, attestandosi a 57
dollari al barile. Intanto oggi il Dipartimento americano dell’Energia
ha annunciato che le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono aumentate
ma meno delle attese. Il dato è cresciuto di 1,379 milioni di barili a
450,38 milioni di unità, contro attese degli analisti per un aumento di
1,5 milioni di barili.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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