Maturità, torna il tema di Storia e addio alle buste per l’orale
In avvio di governo il ministro in carica aveva promesso che non avrebbe toccato la Maturità, ed oggi si contraddice. Va detto, tuttavia, che le due novità, pur importanti per gli studenti del quinto anno superiore, sono digeribili nell’arco dei prossimi sette mesi.
Sul piano della traccia di Storia, questa è stata una battaglia di “Repubblica”, che ha raccolto subito e rapidamente amplificato l’appello di Liliana Segre, dello scrittore Andrea Camilleri e dello storico Andrea Giardina per ripristinare la disciplina alla Maturità in un’epoca di amnesie, revisionismi e scarsa preparazione scolastica. Il ministro Fioramonti durante l’ultima edizione della Fiera Didacta, a Firenze, aveva raccolto la lettera di saluto della Segre – che, appunto, sottolineava i guasti del cattivo studio della Storia – e aveva anticipato un possibile intervento sull’esame. Ha confermato tutto in un’intervista proprio con “Repubblica”: la Storia è di nuovo argomento della prova scritta dell’esame scolastico più importante.
Ha detto Fioramonti, questo pomeriggio in diretta a Skuola.net: “Abbiamo fatto un’analisi, non vogliamo che l’Esame di Stato sia uno stress per i maturandi, non devono esistere trabocchetti. Gli esaminandi devono essere messi nelle condizioni di dimostrare quanto valgono e le buste all’orale erano un inutile ostacolo, un elemento di disturbo. Con la Maturità 2020 l’avvio del colloquio non sarà un sorteggio da lotteria, ma la commissione sottoporrà una poesia, un elaborato, una raffigurazione e gli studenti potranno iniziare la loro esposizione e fare i collegamenti tra le materie. La commissione preparerà il materiale e la allargherà davanti allo studente, senza sorprese”.
Per l’Esame di Stato 2020 non rientra, invece, la tesina, elaborato preparato dagli stessi studenti su un argomento largo che abbracciava diverse discipline.
Il ministro Fioramonti ha rivelato di aver preso a conclusione della sua Maturità, parliamo della fine degli Anni ’90, il massimo: 60/60 (oggi la valutazione è in centesimi), quindi 110 e lode dopo la discussione della tesi di laurea. Ancora, il ministro ha raccontato di aver fatto tre occupazioni alle scuole superiori e di essere stato in quel periodo “un leader studentesco”. Ha detto: “Molte volte ho fatto copiare i compagni”. E chiosato: “Impegnarsi per avere una società migliore è un grande valore costituzionale, dobbiamo assolutamente evitare l’apatia. I ragazzi devono studiare in gruppo, secchioni e meno bravi devono stare insieme. Uno studente che ha appena compreso una questione può spiegarla a un compagno meglio di un insegnante”.
REP.IT
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