Reddito di cittadinanza, ecco i primi 300 furbetti: c’è chi spaccia e chi ha una villa con piscina
di Lorenzo Salvia
Nel suo genere, e che genere, è un piccolo giro d’Italia. Prima tappa, Palermo, due giorni fa. Operazione della Guardia di finanza sul contrabbando di sigarette, che non sarà più il business di una volta ma ancora un po’ di soldi li fa girare. Vengono sequestrate otto imbarcazioni e arrestate diciassette persone. Una piccola azienda. Tra i fermati c’è anche un uomo di Trapani che da giugno prendeva il reddito di cittadinanza, pure corposo, mille euro al mese. Seconda tappa, Napoli, fine ottobre. I carabinieri arrestano per spaccio di droga Francesco Colantuono, 58 anni. Dentro il cruscotto della macchina aveva nascosto quasi un chilo e mezzo di marijuana e due etti di hashish. Settore merceologico diverso, ma anche qui una piccola azienda. E pure lui prendeva il reddito di cittadinanza. Terza tappa, Erba in provincia di Como, sempre fine ottobre. La Guardia di Finanza sta facendo una serie di controlli sul lavoro nero al mercato rionale. Dietro a uno dei banchi di frutta e verdura c’è un uomo, anche gentile. Lavora lì da tempo ma ufficialmente sarebbe disoccupato. E anche lui prende il reddito di cittadinanza: 535 euro e 85 centesimi al mese.
Nel nostro piccolo giro d’Italia di tappe ce ne sono molte altre e più avanti ne vedremo alcune. Ma bastano queste tre per arrendersi alla conclusione che nel nostro Paese di santi, poeti e truffatori, nemmeno il reddito di cittadinanza sfugge alla tentazione dello slalom tra le regole. Non è una sorpresa. Alla voce furbetti, l’enciclopedia Treccani elenca sette sottospecie: da quello del cartellino a quello della Legge 104, passando pure per l’innocuo furbetto della narrativa, «scrittore che utilizza temi, situazioni, stili accattivanti e di sicura presa sul lettore».
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