Sardine, Piazza piena a Reggio Emilia. Obiettivo 100mila a Roma il 14 dicembre
Porta in piazza 100 mila sardine a Roma, il 14 dicembre alle 19: è la scommessa che il movimento, partito da Bologna con l’asticella fissata ai 6000 partecipanti (diventati più del doppio la sera del Paladozza targato Salvini), vuole vincere anche in una capitale che ‘non si lega’.
Anzi, si stipa di gente che non abbocca ai messaggi di odio e populismo alimentati, dicono i pesciolini, dalla “destra sovranista e populista”. Uniche regole, nessuna bandiera e simbolo di partiti né rifiuti in piazza. L’annuncio corre su Facebook ma senza il ‘dove’: arriverà nei prossimi giorni, spiegano gli organizzatori, per motivi di sicurezza e permessi.
Intanto sbarcano pure su Instagram con il disegno di un Colosseo blu pieno di sardine occhiute.
Non poteva non travolgere Roma l’ondata di “civiltà, pacifismo e umanità” (come si definiscono), che sta contagiando le arene italiane: la città fondata su cultura, arte e solidarietà è “in pericolo”, spiegano le sardine romane nell’appello sui social. Colpa del partito di Salvini, a volte citato apertamente. “L’Italia non è quella che la Lega sta mostrando agli occhi del mondo. La Lega e i suoi portavoce non rappresentano la città Capitale d’Italia”. E insistono ricordando pure l’astensione dei leghisti sulla commissione parlamentare contro l’odio voluta dall’ex deportata Liliana Segre: “Non può rappresentare un paese chi definisce il fascismo ‘un qualcosa di 70 anni fa’, chi nega la votazione a una commissione proposta da una donna che il fascismo lo ha vissuto sulla propria pelle”. Da qui la necessità di “un riscatto sociale, un sussulto di umanità e una risposta netta, unita e indelebile”, si scaldano. Salvini sminuisce le voci della protesta e in una diretta Facebook, girata nel parcheggio di un autogrill prima di arrivare a Perugia dove appunto l’aspettavano un migliaio di sardine, lancia la ‘sua’ protesta casualmente lo stesso giorno: il 14 dicembre la Lega sarà in piazza per il ‘no tax day’. “Mentre ci sono pescioloni e pesciolini che gridano al razzismo e al fascismo (e non ci sono né il fascismo né il razzismo), noi ci occupiamo di tasse, giovani e lavoro”, spiega e rimarca: “A loro lasciamo le piazze contro, gli insulti, noi ci accontentiamo di fare proposte, idee, disegni di legge”. Più disponibile il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. Forse perché i pesciolini ‘alternativi’ gli ricordano le mobilitazioni “del popolo viola, dei girotondi e poi del Movimento 5 Stelle”. E avverte: “E’ un richiamo importante per rimettere i valori al centro del dibattito pubblico”. Più perplesso Gianluigi Paragone, senatore tra i meno allineati dei 5s: “Sono stufo di gattini e sardine. Rispetto la piazza ma ho voglia di vedere i loro contenuti politici”, mentre Carlo Calenda li considera “molto genuini” e dice no a strumentalizzazioni, e per questo non andrà in piazza a Roma a dicembre.
L’HUFFPOST
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