Alitalia fra supercommissario e fallimento. E il governo prende tempo
Paolo Baroni
ROMA. Ancora qualche giorno di tempo per cercare di metter assieme una cordata oppure la nomina di un supercommissario col mandato di ristrutturare la compagnia e poi venderla? In alternativa c’è il fallimento(vedere schede sotto). Il governo, che ha appena tamponato la crisi dell’Ilva frenando per ora la fuga di ArcelorMittal, si trova alle prese con un’altra patata bollente, il rebus-Alitalia. Di qui il pressing innanzitutto sulle Fs, a cui l’esecutivo ha assegnato il ruolo di capocordata, per cercare di trovare un aggiustamento magari con Atlantia, che per ora – come è noto – non ha intenzione di finalizzare l’adesione al consorzio di salvataggio ed anzi è data sempre più distante visto i dissidi col partner industriale scelto nei mesi passati, gli americani di Delta.
Dopo sette rinvii dei termini e dopo che anche la scadenza del 21 novembre è passata senza che venisse presentata ai commissari la tanto attesa offerta irrevocabile di acquisto, Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo e il ministro dello Sviluppo avrebbero dovuto vedersi oggi o forse domani per fare il punto della situazione.
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