Fondazione Open e Renzi, i pm: «Carte e bancomat ai parlamentari. Così finanziò il Giglio magico»
La Fondazione Open gestita dall’avvocato Alberto Bianchi era una vera e propria cassaforte che Matteo Renzi utilizzava per la sua attività politica. E per questo «bisogna accertare quali siano stati nel dettaglio i rapporti instauratisi tra la stessa Open e i soggetti finanziatori». È in questa frase, contenuta nel decreto di perquisizione eseguito ieri dalla Guardia di Finanza, la chiave dell’indagine della procura di Firenze che mira a verificare dove siano finiti i soldi che imprenditori e aziende hanno versato dal 2012 al 2018. Ma soprattutto se quel denaro potesse essere in realtà, almeno in alcuni casi, un finanziamento illecito che aveva lo scopo di portare vantaggi a chi decideva di sostenere economicamente la carriera di Renzi e il partito. Ecco perché, dopo aver acquisito nei mesi scorsi i documenti relativi ai bonifici nello studio di Bianchi, i pubblici ministeri guidati da Giuseppe Creazzo hanno deciso di verificare le “uscite” delle aziende.
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