A Ennio Morricone l’Ordine del Sol Levante: il Giappone rende omaggio al maestro
di CARLO MORETTI
Grazie alla sua musica i giapponesi si sono appassionati alle storie di Deborah e Noodles in C’era una volta in America, a quella di Cheyenne e Jill in C’era una volta il west. Lo ha detto chiaramente l’Ambasciatore del Giappone, Keiichi Katakami, nel discorso con il quale ha comunicato la decisione dell’Imperatore giapponese di conferire a Ennio Morricone, 91 anni, l’onorificenza dell’Ordine del Sol Levante, Raggi in oro con rosetta: «Il Maestro, con le sue composizioni musicali per le opere dei registi più rappresentativi del mondo cinematografico italiano, ha contribuito notevolmente alla diffusione dei film italiani in Giappone, incrementandone la notorietà presso il pubblico giapponese». E poi ha rivelato quali siano state le due opere grazie alle quali il compositore italiano è entrato definitivamente nel cuore del popolo nipponico: «In particolare, Nuovo Cinema Paradiso è una delle pellicole italiane più amate dai giapponesi, e penso di non essere l’unico a rivivere le emozioni del film al solo ascoltare la melodia della colonna sonora. Il Maestro ci ha poi ampiamente dimostrato come la musica possa veicolare sentimenti, valicando ogni confine, con la colonna sonora dello sceneggiato di ambientazione storica Musashi».
Alla Legion d’onore francese e alle più alte onorificenze della Repubblica italiana, il Maestro Morricone aggiunge così anche quella conferita dal Governo giapponese dell’Ordine del Sol levante, Raggi in oro con rosetta, che condivide, tra gli altri, con la pianista Martha Argerich, con il regista giapponese Keisuke Kinoshita e con il disegnatore Akiro Matsumoto. Accompagnato nella residenza dell’Ambascatore a Roma dal figlio Marco, il Maestro Morricone ha ringraziato per l’onorificenza: «E’ un bellissimo onore quello che mi viene riservato», ha detto. «Mi piace ricordare l’unico mio lavoro giapponese che ho fatto, lo sceneggiato tv Musashi: fu una bella impresa, il regista venne a Roma per convincermi e io dissi che lo avrei fatto solo se avessi scritto in stile europeo o italiano, il mio timore era che mi chiedessero musiche nello stile giapponese, perché nel caso avrei dovuto rifiutare».
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