Il coraggio degli inglesi: passanti eroi fermano l’attentatore sul London Bridge

Il capo dell’antiterrorismo britannico, Neil Basu, spiega in una conferenza stampa che la polizia sul momento “ha agito come si trattasse di un attacco terroristico” e successivamente “l’episodio si è confermato tale”. La reazione delle forze dell’ordine è stata motivata dalla cintura esplosiva indossata dall’uomo che si è poi rivelata finta. “L’attentatore continuava a muovere le braccia dopo il primo colpo e indossava un apparecchio che faceva paura”, ha raccontato a Sky News una testimone: “Non capivo da dove provenivano gli spari, e sono fuggita di corsa”. Il comportamento degli agenti coinvolti, come accade di norma nel Regno Unito, verrà giudicato da un’autorità indipendente.

Nel frattempo Scotland Yard mantiene grande riserbo sull’identità dell’attentatore e sul numero dei feriti, che sarebbero una decina. Il capo dell’antiterrorismo ha chiarito che “non vogliamo fare alcuna speculazione sulle motivazioni dell’attentatore”, per cui verranno diffuse solo informazioni pienamente certificate. Boris Johnson in serata ha ribadito che per il momento le informazioni sul terrorista non verranno rese pubbliche. Disposta una reazione sul piano della sicurezza: Scotland Yard, nel corso di una conferenza stampa, ha detto che “la sicurezza pubblica è ovviamente la nostra priorità. Aumenteremo le pattuglie di polizia sia in città, sia nel Paese”.

I principali leader politici hanno espresso la loro solidarietà alle forze dell’ordine e ai civili che hanno disarmato l’attentatore. Boris Johnson ha lodato “il coraggio straordinario” dei poliziotti e delle persone comuni “che sono intervenute fisicamente”.

Una delle immagini simboli della giornata è quella di un uomo vestito in giacca e cravatta che agita il coltello rubato al terrorista e fa cenno ai passanti di arretrare dalla scena dell’attacco. Anche il sindaco Sadiq Khan ha ringraziato i “cittadini comuni che hanno rischiato la propria vita. Sono il meglio di noi”.

Boris Johnson ha affrettato il suo ritorno dal seggio di Uxbridge, nella periferia a ovest di Londra, e ha sospeso gli eventi elettorali in serata per occuparsi della crisi. Il premier ha incontrato a Downing Street il ministro dell’Interno, Priti Patel, e il sottosegretario con delega alla Sicurezza, Brandon Lewis, ed è poi stato raggiunto dal capo dell’antiterrorismo e da quello della Polizia. È prevista in serata una riunione speciale (il cosiddetto Cobra) tra i vertici della sicurezza come avviene generalmente dopo un attacco terroristico.

Nel suo messaggio il premier non ha escluso una tregua elettorale nel weekend, com’era già avvenuto dopo l’attentato da otto morti sempre a London Bridge durante la campagna elettorale del 2017.

Le scorse elezioni erano state segnate anche da un altro attentato a Manchester, al concerto di Ariana Grande, che provocò 23 vittime. L’allora premier Theresa May concordò una tregua temporanea con i leader dell’opposizione, e non è escluso che Johnson possa proporre lo stesso. Corbyn in serata è sembrato escludere quest’ipotesi affermando che “non possiamo accettare che il nostro processo democratico sia deragliato dagli atti di terrorismo” e ha aggiunto che “la sospensione della campagna elettorale a Londra stasera è un segno di rispetto per coloro che hanno sofferto”. 

Pur essendo avvenuto nel mezzo della campagna elettorale, l’attentato di London Bridge non ha causato grandi tensioni politiche dato che non poteva essere previsto dall’apparato di sicurezza. Inoltre l’attacco è stato sventato dall’intervento rapido ed efficace delle forze armate, che hanno evitato conseguenze peggiori. Tuttavia, ha destato qualche perplessità la scelta del governo di abbassare il livello di allerta nazionale da “severo” a “sostanziale” solo venticinque giorni fa a causa della morte di al-Baghdadi. Dopo l’attentato il governo potrebbe fare marcia indietro. 

L’HUFFPOST

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