Aids, l’allarme dell’Oms: diagnosi tardiva per una donna europea su due
IRMA D’ARIA
LA DIAGNOSI DI AIDS arriva in ritardo per
una donna europea su due. A dirlo sono i dati diffusi dal Centro europeo
per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall’Ufficio
regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa.
Secondo i dati del 2018, rappresentano circa un terzo delle 141.000
nuove diagnosi registrate in quest’area del mondo. Ad alimentare l’Hiv
in Europa è un problema persistente di diagnosi tardiva che caratterizza
il 54% dei casi noti tra le donne. Dati in linea con quelli dell’ultimo
Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità: anche se per la prima volta
si registra una diminuzione di circa il 20% delle nuove diagnosi, lo
scorso anno il 57% delle persone ha scoperto di essere sieropositiva
molti anni dopo essersi infettata e si stima che circa 15mila
persone abbiano contratto il virus dell’Hiv senza saperlo. Questo perchè
oggi l’Aids non fa più paura visto che i giovani la ritengono una
malattia curabile. A fotografare il livello di conoscenza dei
Millennials è una ricerca svolta su 5534 ragazzi – tra gli 11 e 25 anni –
da Skuola.net col supporto non condizionato di Msd Italia, in occasione
della Giornata mondiale dell’Aids.
Ancora disinformazione e pregiudizi tra i giovani
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