Venezia non si stacca da Mestre Zaia: «Pietra tombale su distacco»
di Andrea Pasqualetto, nostro inviato a Venezia
Non si ameranno alla follia ma neppure si detestano al punto di lasciarsi. In una grigia domenica d’autunno, senza stivali, Venezia e Mestre hanno detto no alla separazione. L’hanno fatto senza scomodarsi troppo, semplicemente disertando il referendum. Il dato è netto: 21,7% , con crolli verticali in terraferma e anche il centro storico abbondantemente sotto il quorum (50%) che rende consultazione nulla, indipendentemente dal fatto che a prevalere siano stati i sì (66%). E così, per la quinta volta in 40 anni, il tentativo di mandare all’aria il matrimonio secolare fra le due anime forti della città, quella d’acqua e quella di terra, è fallito.
«Ora spero che su questa storia si metta una pietra tombale perché mi sembra che il popolo abbia detto basta», esce allo scoperto Luca Zaia, il governatore del Veneto rimasto dietro le quinte per tutta la campagna referendaria con la Lega che ha lasciato libertà di scelta. «Il fatto è che se non si pone un limite legislativo qualcuno domattina può ripartire per farne un altro».
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