Di Maio: «Sul Mes non ci sono i numeri, decida il Parlamento». Scontro con Gualtieri

di Monica Guerzoni

Di Maio: «Sul Mes non ci sono i numeri, decida il Parlamento». Scontro con Gualtieri

ROMA — La nota di Palazzo Chigi è arrivata a mezzanotte, dopo che sul tavolo del vertice erano approdate le pizze fumanti, ordinate per placare la fame (e gli animi). Oltre quattro ore di discussione, finché la mediazione di Conte ha consentito di abbassare i toni e trovare un’intesa sul fondo Salva-Stati (Mes). Un accordo più politico che di merito, che dovrebbe permettere al premier di arrivare oggi in Parlamento con la speranza di ricompattare i gruppi del M5S, lacerati dalle spinte sovraniste di Salvini.

In ballo c’è il destino del governo. Aprendo il vertice Conte sprona a «trovare una posizione condivisa, in grado di ottenere l’approvazione del Parlamento». Luigi Di Maio gli ha confidato la paura che le sue truppe non reggano all’urto del trattato, perché per i 5 Stelle «tante cose dell’Unione economica e monetaria vanno riviste». Il capo politico ha il gruppo parlamentare in rivolta ed è anche molto seccato perché il Mef avrebbe negoziato con la Ue «senza il supporto politico» del partito maggiore.

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