Fondazione Open, nelle mail a Palazzo Chigi le norme «gradite» ai finanziatori

di Fiorenza Sarzanini

Emendamenti e progetti di investimento inviati dal presidente di Open Alberto Bianchi direttamente a Palazzo Chigi quando era premier Matteo Renzi. Mail sugli interventi sollecitati dagli imprenditori che avevano accettato di finanziare la Fondazione. Sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza durante le perquisizioni ordinate dalla Procura di Firenze. E rappresentano uno degli elementi di accusa contro lo stesso Bianchi, ma anche contro Marco Carrai, l’altro componente del «giglio magico», entrambi indagati per finanziamento illecito. Gli atti depositati al tribunale del Riesame svelano il contenuto di migliaia di documenti acquisiti sull’attività di Open, ma soprattutto il ruolo avuto dai suoi protagonisti, compreso Luca Lotti che faceva parte del consiglio di amministrazione. Secondo i magistrati la Fondazione nata per sostenere l’attività politica di Renzi, agiva in realtà come «articolazione di un partito politico» e avrebbe favorito gli interessi di chi — tra il 2012 e il 2018 — accettò di versare contributi economici.

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