Intervista a Di Maio: «Banche, ora la commissione: basta silenzi. Sardine? Sarebbe bello lavorare insieme»
ROMA
— Luigi Di Maio, sul caso Popolare di Bari, al Consiglio dei ministri
mancavate voi e Italia Viva. Nessuno vuole sentirsi chiamare «amico dei
banchieri». Ma i risparmiatori?
«Se una banca fallisce non è
colpa dei risparmiatori. La solidità del sistema è fondamentale, ma se
ci sono manager che hanno prestato soldi allo scoperto, devono pagare.
Il tempo del silenzio è finito».
Lei frena sul decreto legge, ma non sarebbe prima salvare i risparmi di settantamila famiglie?
«Possiamo fare tutte e due le cose: avviare in Consiglio dei ministri il procedimento che metta agli atti i nomi di chi ha ricevuto soldi allo scoperto, facendo chiarezza sui legami politici locali e contestualmente mettere al riparo i risparmi. E bisogna far partire la commissione di inchiesta sulle banche. Se lo Stato deve mettere soldi per salvare i conti correnti, dobbiamo fare in modo che quella banca sia nazionalizzata. Il nostro progetto è la banca pubblica degli investimenti».
Ma domani (oggi, ndr) lo votate o no il decreto?
«Daremo due risposte, una ai mercati, l’altra ai cittadini».
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