Popolare di Bari, ok del Consiglio dei ministri per salvare la banca: «Ora è caccia ai responsabili»
di Virginia Piccolillo
ROMA — I risparmiatori della Banca popolare di Bari possono tirare un sospiro di sollievo. Il decreto per salvare Pop Bari, bloccato tre giorni fa dai veti incrociati di Matteo Renzi e Luigi Di Maio, è stato varato ieri, nel Consiglio dei Ministri convocato in notturna. Dopo un’ora e mezza di riunione, al termine di una giornata segnata dal botta e risposta delle polemiche a distanza tra renziani e Cinque Stelle, è stato varato il provvedimento da 900 milioni di euro. Secondo le indiscrezioni circolate in serata, il governo intende creare una banca di investimento con la ricapitalizzazione di Mediocredito centrale attraverso Invitalia, per il rilancio di Banca popolare di Bari.
Dirimente a sbloccare la situazione di stallo in un Consiglio dei Ministri animato, il via libera alla richiesta dei Cinque Stelle: il governo assicura l’azione di responsabilità nei confronti dei passati vertici della Popolare di Bari. E si impegna a sostenere eventuali prepensionamenti se saranno previsti dal piano.
Nella bozza discussa a Palazzo Chigi per il salvataggio di Pop Bari il governo prevede tre passaggi. Un finanziamento a Invitalia «fino a un massimo di 900 milioni per il 2020» che rafforzi il patrimonio di Mediocredito Centrale per promuovere «lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno anche attraverso l’acquisizione o la partecipazioni al capitale di società bancarie e finanziarie».
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