Una legge confusa

Questo induce le amministrazioni a vuotare i cassetti e le forze parlamentari a dare mance, risolvere micro-problemi, accontentare clientele. Passa il convoglio, tutti cercano di agganciare il proprio vagoncino. La legge di bilancio gonfiata è sintomo di un duplice malfunzionamento del Parlamento. Da un lato, è segno del fatto che troppe decisioni vengono riversate in legge (per motivi vari, tra cui la circostanza che l’amministrazione è bloccata da troppi controlli impeditivi). Dall’altro, dell’assenza di un flusso fisiologico Paese–pubblica amministrazione–governo–Parlamento, perché alcune di quelle norme che vengono infilate nella legge di bilancio potrebbero essere ordinatamente approvate in leggi divise per materia (ad esempio: ambiente, urbanistica, lavori pubblici, scuola). Da questo affastellamento di misure, relative a tutti i settori, nella legge di bilancio deriva anche che esse non vengono valutate per i benefici che possono assicurare, ma per la spesa che comportano. In questo modo, il Paese è governato dagli strumenti (le risorse finanziarie necessarie), non dagli obiettivi, e le commissioni parlamentari competenti per materia (ambiente, infrastrutture, scuola, e così via) o non si pronunciano, o lo fanno molto frettolosamente. La terza anomalia di questo uso della legge di bilancio sta nel fatto che la fretta di fine anno costringe ad approvarla in un ramo del Parlamento per poi farla arrivare «blindata» nell’altro ramo, nel senso che questo non può più modificarla. Questo trasforma il nostro Parlamento bicamerale in un Parlamento monocamerale ad anni alterni (si segue l’uso di presentare il testo un anno ad una Camera, quello successivo all’altra).

Quando il convoglio è passato, quelli che non sono riusciti a salirci non restano a piedi. C’è una seconda possibilità, quella chiamata «il milleproroghe», una seconda legge «omnibus», ormai appartenente alla tradizione. Quest’anno affiancata dal cosiddetto decreto fiscale. Conclusione: un Paese che ha bisogno di una disposizione di legge per la realizzazione del Museo della Diga del Gleno e per la messa in sicurezza del Rio Molinassi e del Rio Cantarena (nella legge di bilancio c’è anche questo) ha qualcosa di malato che va curato.

CORRIERE.IT

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