Via libera alla stangata sul diesel: più accise e taglio alle esenzioni a partire dal 2021

Una doppia mazzata perché nel frattempo sono state incrementate le clausole di salvaguardia sulle accise inserite in manovra: se non saranno disinnescate, porteranno ad aumenti delle imposte sui carburanti da 1,221 miliardi nel 2021, 1,683 miliardi nel 2022 e 1,954 miliardi nel 2023. Sulla carta, in realtà, si tratta di un ragionamento corretto perché l’obiettivo finale è quello di ridurre le emissioni nocive per salvare il pianeta, il problema è sempre nell’approccio: prima di aumentare le tasse in maniera punitiva sarebbe più saggio – e utile – predisporre soluzioni alternative che per il momento non sono all’orizzonte.

Il gasolio, in particolare, vanta un’accisa inferiore del 23% rispetto alla benzina e secondo l’Ufficio valutazione dell’impatto del Senato “la maggior efficienza energetica del motore diesel rispetto al motore a benzina non giustifica di per sé questa differenza di trattamento. Essa, infatti, dipende dall’effettiva caratterizzazione del parco circolante auto a gasolio rispetto a quello a benzina” per questo “il mantenimento in Italia di un’accisa sul gasolio più bassa rispetto alla benzina non è giustificato sotto il profilo ambientale e rischia di provocare effetti distorsivi e indesiderati nella composizione del parco auto circolante, aumentando i costi esterni della mobilità passeggeri e favorendo il trasporto delle merci su strada rispetto alle modalità alternative più ecocompatibili”.

Il problema è che – per il momento – il governo non sembra avere alcuna intenzione di aumentare le accise per sostenere il traffico su rotaia: è consapevole, piuttosto, che oltre il 54% del parco auto circolante è diesel. E di conseguenza punta a fare cassa facendo anche bella figura, d’altra parte non c’è alcun dubbio sulla buona fede della senatrice Leu, ecologista convinta. Ma è altrettanto evidente che al netto della Tav tra Torino e Lione, non sono – al momento – in programma operazioni di rilievo per quanto riguarda lo sviluppo e l’ammodernamento della rete ferroviaria. E allo stesso modo non si vedono progetti ad ampio respiro per promuovere la mobilità sostenibile.

BUSINESS INSIDER

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