Un Movimento 5 Stelle preoccupato dalle sue spinte centrifughe
di Massimo Franco
Il Movimento 5 Stelle è la formazione più forte della maggioranza. Ma in parallelo si sta rivelando il vero anello debole del governo. E il futuro della legislatura sembra legato soprattutto alle sue capacità di tenuta interna. Una fase si è chiusa per sempre, e il terrore di elezioni anticipate che, secondo i sondaggi, ne segnerebbero il dimezzamento rispetto al 2018, spiega la ricomparsa di Beppe Grillo; il suo appoggio a Giuseppe Conte e all’intesa col Pd; e gli incontri-confessione con parlamentari, ministri, ex. È il tentativo di arginare spinte centrifughe e scarti che potrebbero far precipitare la situazione.
La stretta di mano di ieri a Roma tra premier, Grillo e Davide Casaleggio sembrava preparata ad arte per mandare un segnale a un Movimento lacerato e inquieto per lo stillicidio di defezioni; e per dire al resto della coalizione che esiste una rete di protezione stesa intorno alla legislatura. È un’operazione destinata anche a ridimensionare i distinguo di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e formalmente capo politico, rispetto a Palazzo Chigi. Ma non è scontato che l’operazione riesca. Lo confermano una serie di questioni aperte. L’ultima riguarda la creazione di una commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, riproposta dopo il commissariamento della Popolare di Bari.
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