Fca-Psa, sì dei consigli alla fusione Nasce il quarto produttore di auto

A questo proposito venerdì a Mirafiori ci sarà un incontro tra i vertici Fca e i sindacati. «Venerdì apriremo una fase di confronto con l’azienda per capire le ricadute del nuovo piano industriale — ha detto ieri a Torino Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl — e chiederemo che ci sia la conferma degli obiettivi della piena occupazione e dei 5 miliardi di investimenti annunciati per l’Italia».

Come già definito nei primi passi della trattativa, la nuova società sarà paritetica e vedrà la holding Exor della famiglia Agnelli-Elkann al 14,5%, mentre lo Stato francese, la famiglia Peugeot e il socio cinese Dongfeng Motor avranno il 5,9% ciascuno. La sede legale sarà in Olanda e il gruppo sarà quotato a Milano, Parigi e Wall Street. Le sedi operative saranno a Torino, Parigi e Auburn Hills, alla periferia di Detroit.

La guida del gruppo va all’amministratore delegato Carlos Tavares, che ha saputo risollevare le sorti di una Psa nel 2013 sull’orlo del fallimento. Tavares ha ribadito nei giorni scorsi che non vuole sopprimere alcun marchio né chiudere alcun stabilimento. John Elkann sarà il presidente. Il consiglio di amministrazione sarà formato da cinque rappresentanti di Psa e cinque di Fca, con Tavares nel ruolo di undicesimo consigliere con un mandato iniziale di cinque anni. L’attuale amministratore delegato di Fca, Mike Manley, lavorerà con Tavares.

Prima del board Psa, ieri pomeriggio c’è stato il via libera della famiglia Peugeot, erede di Armand che nel 1896 fondò la casa automobilistica dopo avere separato le altre attività industriali di Peugeot Frères (fondata nel 1810).

Le sinergie tra i due gruppi fanno prevedere risparmi per 3,7 miliardi di euro, e il giro d’affari consolidato della nuova società è valutato intorno ai 170 miliardi euro.

CORRIERE.IT

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