Di Maio: «Via la concessione ai Benetton». Ma nella maggioranza non c’è intesa. E Aspi tratta

I pentastellati premono per portare la questione il prima possibile in consiglio dei ministri. Obiettivo: chiudere la partita con Aspi e affidare la concessione alla pubblica Anas, in attesa di una nuova gara, come stabilito nel decreto legge Milleproroghe, che ha inoltre riformato l’eventuale procedura di indennizzo della società, alleggerendo il conto per lo Stato dai 23 miliardi previsti dalla convenzione in atto (che scadrebbe nel 2038) a circa 7. Fonti del ministero delle Infrastrutture, guidato da Paola De Micheli (Pd), assicurano che «i documenti sono acquisiti e l’istruttoria è terminata, e quindi il confronto in consiglio dei ministri avverrà quanto prima». Ma sottolineano anche che le norme inserite nel dl Milleproroghe sono di carattere «generale», riguardano cioè tutti i concessionari, non solo Aspi, «per rendere tutti più uguali e lo Stato più forte».

Parole che si scontrano con la versione di Aspi che vede nell’articolo 35 del decreto una norma inequivocabilmente mirata a colpire la società prima che l’inchiesta della magistratura sia conclusa e con un cambiamento delle regole in corso di contratto. Norme incostituzionali, secondo Autostrade per l’Italia.

A questo punto bisognerà tenere d’occhio tre luoghi. Il Parlamento innanzitutto, che dovrà convertire in legge il Milleproroghe (ha 60 giorni per farlo). Le opposizioni si scateneranno per modificare l’articolo 35. Ma così farà, nella maggioranza, anche Italia viva. Il secondo posto è il ministero delle Infrastrutture dove sono aperti dei tavoli formalmente tecnici (osservatori sulla sicurezza) ma che prevedono incontri serrati tra i vertici del dicastero e della società, che possono anche far maturare soluzioni politiche. Infine, il consiglio dei ministri. Che si riunirà dopo la Befana.

Aspi è determinata a opporsi con ogni mezzo legale alla revoca mentre è disponibile al negoziato per cambiare i termini della concessione, sbloccando 10 miliardi di investimenti, destinando ulteriori risorse a Genova e andando incontro alle esigenze dei pendolari sulle tariffe. Conte e De Micheli insistono sulle relazioni e gli approfondimenti tecnici come determinanti per la decisione. Ma, quando aggiungono, che essa «sarà collegiale», mostrano di essere i primi a sapere chesi tratta di sciogliere un nodo politico, trovando un’intesa nella maggioranza.

CORRIERE.IT

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