Le notti dei lunghi coltelli dentro i 5 stelle
Il primo, Lorenzo Fioramonti, si dimette nella notte di Natale. All’altro, Gianluigi Paragone viene dato il benservito nella notte di Capodanno. Una decisione comminata dai probiviri del Movimento 5 stelle senza neanche una riunione, senza procedimenti trasparenti, senza regole certe alle quali far riferimento, ma sulla scorta della volontà politica del capo politico.
Il freddo ad avvolgere le giornate più buie dell’anno, le finestre dei Palazzi della politica cupamente buie, i corridoi deserti, il rumore dei trolley sui sampietrini ormai lontano, la notte dei lunghi coltelli del Movimento 5 stelle a consumarsi nel silenzio, lontana da occhi indiscreti. Fino a quando Alessandro Di Battista non scoperchia il vaso di Pandora: “Paragone è infinitamente più grillino di molti che si professano tali”. Peccato che il senatore è stato espulso dopo aver tirato una serie di bordate a Luigi Di Maio, che oggi fa trapelare di non essere più di tanto sorpreso dall’ennesimo scalciare dell’ex deputato, commentando acidamente: “Nel Movimento c’è chi parla solamente, e chi invece fa le cose”.
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