Password di Stato, polemica sulla proposta Pisano: la ministra fa dietrofront

stazione futuro riccardo luna

Carta d’identità per andare sui social, una proposta senza senso



“Una sola password e pure di Stato?”, commenta Paolo Attivissimo, debunker e autore del blog “Il Disinformatico” sintetizzando i dubbi più diffusi sui nodi della questione. Da una parte, la scelta unica delle credenziali da usare per qualsiasi servizio online che aumenterebbe i rischi di violazione e utilizzo da parte di malintenzionati. Dall’altra, la finestra che si aprirebbe per il controllo delle attività del singolo cittadino da parte delle istituzioni.

In sintesi, come spiega Attivissimo: “Significherebbe collegare le attività private (che non devono interessare a uno Stato) a quelle che riguardano lo Stato (tasse, certificati, atti pubblici)”. Di fronte a tanta e tale trasparenza, siamo pronti a condividere tutta la nostra vita privata? E a che titolo lo Stato dovrebbe poterne avere il controllo?

di RICCARDO LUNA
In realtà, al microfono la ministra aveva già tentato di spiegare quali benefici avremmo da un’unica autenticazione nel suo primo intervento. “(Queste credenziali, ndr) potrebbero essere utilizzate per accedere anche ai servizi del privato. – ha affermato Pisano – Per esempio, il nostro conto in banca (…) o per comprare su Amazon. Ogni volta che noi abbiamo una user e una password, questa user e password dovrebbe essere data dallo Stato, perché è lo Stato l’unico soggetto che ha davvero certezza che quello è quel cittadino. E lei lo sa quante truffe ci sono sull’identità su Internet”. Ma, apriti cielo, la possibilità di un accesso unico erogato dallo Stato non fa che allarmare sollevando critiche nel mondo politico e non solo.

A puntare il dito contro l’idea di una password statale è Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva bolla come “inquietante” la proposta: “L’idea di fornire come Stato la password unica utilizzabile persino per i servizi privati è inquietante prima ancora che sbagliata. Il ministro Pisano attui il piano già pronto lanciato da Diego Piacentini e Paolo Barberis sull’identità digitale con un’unica app per tutti i servizi della Pa”.  Non solo, l’ex premier invita la Pisano a “mettere da parte strane idee stile Grande Fratello. Siamo un Paese in cui lo Stato deve fare meno, non controllare di più”. I toni non cambiano tra le file del Partito Democratico. Per Filippo Sensi si tratta di un’idea che “mette i brividi” senza voler aggiungere altro “per carità di patria”.

Al deputato Dem fa eco la collega Marianna Madia: “Sono molto perplessa per le posizioni espresse oggi dalla ministra Pisano relative all’identità digitale”, osserva l’ex titolare per la Pubblica Amministrazione che non esita a chiedere “un confronto urgente sulle scelte complessive del Governo in materia di digitale e dati”. Dal fronte dell’opposizione è la Lega a chiedere le dimissioni della ministra e Matteo Salvini parla di “grande fratello al governo. Questi – scrive su twitter allegando un’immagine della Pisano, Di Maio e Conte – sono pericolosi”

La precisazione con il condizionale sottoscritta in tutta fretta dalla ministra pentastellata non è servita ad arginare la polemica che sui social infuria con l’hashtag #Pisano. Nuove ombre si allungano sul piano di azione “2025” per la digitalizzazione del Paese presentato a metà dicembre e già duramente criticato per il contributo di Casaleggio.

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