Conte si mette in asse con Merkel

Nel pomeriggio del giorno della Befana Giuseppe Conte sente Angela Merkel. Una lunga conversazione telefonica, spiega una nota di Palazzo Chigi, per ribadire a due voci “la necessità di “uno stretto raccordo dell’Unione europea” sui due fronti caldi che rischiano di far deflagrare Medio oriente e nord Africa, l’Iran e la Libia. Un colpo battuto dal presidente del Consiglio (che in mattinata ha avuto un colloquio anche con il presidente degli Emirati Arabi Khalifa Bin Zayed) in uno scenario che vede l’Italia marginale in un contesto, quello dell’Ue, che fatica a trovare una propria linea coerente d’azione sullo scacchiere internazionale.
“Ben venga la telefonata”, spiega ad Huffpost Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari internazionali. “Senza azioni di questo genere il rischio per il nostro paese di scomparire dai radar è serio”, prosegue. Luigi Di Maio, al centro di polemiche per l’assenza dal ministero nelle ore successive allo scoppio della crisi, ha riunito oggi alla Farnesina apparati e intelligence per esaminare i dossier e fare il punto della situazione. Venerdì è stato convocato un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, al quale il capo delle feluche porterà una posizione fortemente pacifista. In un intervento su Facebook il capo politico M5s ha tirato quella che è sembrata una stoccata a Donald Trump: “Chi ancora crede che la strada sia la violenza, è fermo al passato o non ha ancora compreso le lezioni dalla storia. E, quel che è peggio, sta esponendo tutti gli italiani a un pericolo di ritorsioni”.

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