È il momento di un vero governo europeo
di Roberto Castaldi
IL 2019 è stato importante per l’Europa, con le elezioni europee – quasi un referendum tra europeismo e nazionalismo, in cui l’europeismo ha vinto a livello Ue, ma perso in Italia, Polonia, Ungheria e Regno Unito – e una nuova leadership: Ursula von der Leyen alla Commissione, Christine Lagarde alla Banca Centrale Europea, Charles Michel al Consiglio europeo, e David Sassoli al Parlamento Europeo. Due donne a capo delle istituzioni sovranazionali e una presa di responsabilità da parte dei Paesi chiave: Francia (Lagarde), Germania (von der Leyen), Italia (Sassoli) e Belgio (Michels), uno dei Paesi più europeisti.
Anche il rapporto con l’Italia è cambiato. Salvini non ha capito di aver vinto la battaglia italiana e perso la guerra europea, e ha provato a incassare proprio dopo le europee. La spallata al governo di cui era il leader de facto, con la minacciosa richiesta di «pieni poteri», gli si è ritorta contro. L’interdipendenza economica e politica europea ha favorito l’uscita dal governo di chi minacciava di portare il Paese alla rovina, fuori dalla rotta e dalle regole europee. Ma il rischio è sempre presente.
Il 2019 ha visto timidi passi avanti nel campo della difesa, con il varo di diversi progetti nel quadro della Cooperazione Strutturata Permanente sulla Difesa (PESCO), anche grazie a Federica Mogherini. Si è chiuso, nonostante l’opposizione polacca, con il lancio di un ambizioso Green Deal, che si articolerà in 50 proposte normative nei prossimi due anni: guiderà la trasformazione dell’economia e della società europea, accompagnandola con massicci investimenti.
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