A sinistra servono contenuti, non nuovi contenitori

Bisogna ripartire da quell’errore per porvi rimedio, tutti insieme. Con pazienza ma con costanza, lasciando a dopo il tema dei contenitori. La forma partito è l’ultima cosa da affrontare e, paradossalmente, la meno difficile perché i contenitori si possono plasmare e adattare se il progetto è condiviso e convincente. Le priorità sono altre. La sinistra deve proporre una ipotesi di crescita che rispetti l’ambiente attraverso i comportamenti, usando l’innovazione e la conoscenza. Deve realizzare una redistribuzione equa della ricchezza prodotta destinandone una parte cospicua a cancellare la povertà. Deve assicurare che, nella società che cambia e nelle sue democrazie, i diritti individuali devono crescere connessi a quelli collettivi e mai messi in contrapposizione. Temi enormi certo, ma che trovano verifica anche nei piccoli problemi quotidiani, ancor più importanti dove la sinistra governa. Ovviamente a cominciare da noi. È importante organizzare gli approfondimenti del caso.

Mi consento un solo piccolo esempio. Per la sinistra quale deve essere la rappresentanza del lavoro e le sue competenze nell’era della robotica ormai avviata? E quale deve essere il rapporto tra il tempo di lavoro e il tempo di vita in questa fase di trasformazioni epocali? Quale condizione deve produrre la tecnologia nell’ambiente che ospiterà il nuovo lavoro? Si potrebbe proseguire a lungo passando da un tema ad altri non meno importanti per il futuro prossimo. Non dimenticando mai che le proposte che la discussione avanza devono essere rapidamente realizzate dove la sinistra governa. Perché anche la coerenza e il rifiuto della demagogia sono “di sinistra”.

L’HUFFPOST

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