Poca cosa, o niente

Ecco, Di Maio è «poca cosa», ma peggio di lui ha fatto il premier per caso Giuseppe Conte, uno che ha tramato per farlo fuori ed è ora a un passo dal riuscirci. Se raggiungesse l’obiettivo, sarebbe l’unico successo della sua presidenza, perché sul resto i suoi due governi sono un colabrodo. Ieri ultima perla – l’agenzia economica Bloomberg ha diramato un report nel quale invita gli investitori internazionali a stare alla larga da questa Italia, l’Italia di Conte e Di Maio, per la sua scarsa affidabilità.

Eppure questi vanno avanti, a colpi di «salvo intese» tirano diritti contro ogni logica. Si scannano sulla nuova legge elettorale e sul referendum per tagliare i parlamentari cioè sul nulla incuranti del fatto che il mondo e l’Italia girano e avrebbero bisogno di una guida certa e sicura. Conte pare aver fatta sua una famosa massima di Andreotti, che a chi gli rinfacciava l’immobilismo di uno dei suoi tanti governi rispose: «Meglio tirare a campare che tirare le cuoia». Sì, meglio per lui ma non per noi.

IL GIORNALE

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