Una corrente dentro M5S

Due messaggi. Uno più diretto, mandato dal deputato Luigi Gallo in cui viene detto “no alle decisioni prese da altri”, e uno più sfumato, spedito dai senatori. Ma la sostanza non cambia. I tre senatori Crucioli, Dessì, Di Nicola, che hanno redatto il documento anti-Di Maio e anti-Casaleggio, insieme a Marilotti, Minnino e Gallo, attraverso mail e whatsapp, hanno chiamato a raccolta tutti i parlamentari: Alle sette in punto una ventina di loro si riuniscono nella sala delle Stelle di Palazzo Valdina. Nei fatti ha preso forma una corrente, strutturata, che chiede di avere voce durante gli Stati generali di marzo.

Il messaggio è chiaro e di rottura, e affatto gradito ai vertici. Da fonti vicine al capo politico la vicenda viene derubricata come “una semplice ricerca di visibilità da parte di qualche parlamentare. Il luogo per discutere sono gli Stati generali, tutto il resto lascia il tempo che trova. Ci siamo abituati…”. La rabbia tuttavia è tanta e già al mattino sono iniziati i tormenti nel mondo pentastellato: “Partecipare o no alla riunione?”.

Un gruppo di deputati, quando l’incontro di corrente è in corso, confabula vicino l’ingresso del palazzo dei gruppi: “Di Maio dice che non è i momento? Ma quando è il momento? Da mesi diciamo le stesse cose e non è cambiato nulla”. Tre di loro si staccano e vanno verso il luogo della riunione, dove è da poco arrivato Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura, tra le persone più vicine a Roberto Fico: “Oggi inizia un processo democratico che ci porterà agli Stati generali”.

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