Cittadini esautorati. Ritorno alla Prima Repubblica
E quindi proporzionale sia. Chissene frega se dal
proporzionale escono governi non decisi dai cittadini, chissenefrega se
oggi un governo e domani un altro, l’importante è garantirsi la
possibilità di fare i soliti giochetti salva-poltrona ministeriale,
l’importante è lo scranno, la sopravvivenza politica e lo stipendio.
Una capriola della logica degna solo di uno strano paese come il
nostro: si è inseguito per mesi il modello elettorale spagnolo, quello
che ha portato la Spagna a votare quattro volte in cinque anni, adesso
l’ultima genialata è il Germanicum, che funziona in Germania solo perché
là sono tedeschi e formano grandi coalizioni a dispetto delle impasse
istituzionali.
A imitare ciò che non funziona noi invece siamo i numeri uno. E anche in questa occasione si è scambiato il dito con la luna, e il fatto che il referendum l’avesse chiesto Salvini l’ha reso di per sé esecrabile per le altre forze politiche e per gli ambienti che gli fanno da grancassa, che per i giudici costituzionali da sempre qualcosa contano. Si è visto. Come se quella disgraziata frase sui pieni poteri prounciata al Pepete potesse in qualche modo segnare per decenni i destini del Paese, o il fatto che il centrodestra sia in vantaggio nei sondaggi venga visto come un pericolo da evitare a costo di sottrarre in futuro il potere decisionale, quello si pieno, al popolo e riportare l’Italia indietro di trent’anni. Citofonare Prima repubblica.
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