Sardine, la grande festa (e la paura): «Noi alternativi al sovranismo»

«Secondo lei ce la fa?». Soprattutto i più anziani interrogavano persino i giornalisti, ansiosi di avere conferme. Inutile chiedere chi è che ce la deve fare, in questa piazza era scontato. «Speriamo di essere così contenti anche domenica prossima» dice Sara, studentessa del Dams, che ha residenza comasca, quindi non voterà a queste elezioni emiliano-romagnole così delicate. Come lei, anche gran parte del pubblico è fuori sede, nel senso che sono stati organizzati treni da Milano, Firenze, Trento, che certo hanno fatto massa, ma non porteranno voti allo sfidante dell’odiato Salvini. «So che non possiamo perdere» dice Mario Ballestrini, «pensionato e compagno» di Modena. «Ma per la prima volta in vita mia non ho nessuna certezza sulla nostra vittoria».

«Se perdiamo diventa tutto più difficile».

Non fosse stato per gli appelli al voto che ogni tanto venivano fatti cadere dal palco, sarebbe stato difficile ritrovare l’atmosfera da ultima settimana prima del voto fine di mondo nella scaletta predisposta dall’organizzazione sardinesca. Tra una canzone e l’altra c’è stato tempo per parlare di immigrazione, di gender, di lotta alla mafia. A parte qualche sporadica e neanche troppo feroce, battuta su Matteo Salvini, il voto fine emiliano-romagnolo, seppure incombente tra la folla, è sembrato quasi una nota a margine, il pretesto per ritrovarsi, e non la resa dei conti che invece sarà. «Diciamo pure che se vinciamo possiamo andare avanti» è la chiosa di un ragazzo con sardina al collo. «Se perdiamo diventa tutto più difficile». Per il segretario del Pd sono «ossigeno per la democrazia», mentre per il venerabile Francesco Guccini che le ha ricevute nella sua casa di Pavana sono «un raggio di sole, pioggia su un terreno arido».

E con questa piazza piena che non ci stava neppure uno spillo hanno fatto senz’altro «un bel colpo» come bittato da Pier Luigi Bersani. Ma al momento le Sardine sembrano in grado di dire cosa non sono, e cosa non vogliono. «Questa folla è la prova che non urlare e non giocare sporco può premiare». Alle 17, nel teatro dell’Arena del Sole, accanto alla piazza del concerto, Mattia Santori e gli altri emettono un primo bollettino di vittoria. Dal quale, a parte l’orgoglio per il risultato raggiunto, si evince un po’ di tutto.

Non di solo piazze

Sembrano prendere le distanze dal voto del 26 gennaio prossimo, e dalle sue possibili ricadute: «Non temiamo una sconfitta della sinistra e non temiamo neanche la vittoria di Borgonzoni. Siamo ancora in costruzione, ma abbiamo già vinto la battaglia culturale». Un attimo dopo rivendicano una eventuale quota di merito in caso di vittoria del centrosinistra: «Se ci sarà un risultato favorevole, diventeremo un esempio di possibile alternativa al populismo di destra». Alla fine Mattia ammette, a denti stretti, che «in questa fase la nostra rilevanza dipenderà anche dal risultato elettorale». Sono stati contattati dai vertici di M5S, mai da Stefano Bonaccini, che pure aveva qualche interesse a farlo nell’immediato. La politica no, almeno per il momento. «Ma stiamo vicini ai politici che fanno cose buone in questo marasma».

La vita, dice, non è fatta solo di piazze e soluzioni facili. Un ragazzo regge uno dei tanti cartelli a forma di pesce sul quale si legge che Le sardine non sono mute, hanno tante cose da dire. Forse devono decidere ancora quali cose dire, quali scelte fare, è passato così poco tempo dalla loro nascita. Non sono fatte comunque per gli slogan, per le frasi a effetto. Mattia definisce questo concerto «una svolta epocale per la politica». Sul palco stanno suonando i combattivi Modena City Ramblers, «Alza il pugno Sardina rivoluzionaria». Vengono raggiunti sul palco dalla Bandabardò per una «Bella ciao» molto partecipata. Il pubblico ne vuole di più, e chiede a gran voce la cover di Contessa, quella di «compagni dai campi e dalle officine», senza per altro ottenerla, questione di tempi stretti. È stata una bella festa, sulla quale incombeva una nuvola di inquietudine. Per il resto, e anche per il futuro delle Sardine, si vedrà. A cominciare da domenica prossima.

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