Dal mare tre sub morti e cento chili di hashish. Un giallo alla Camilleri
di ALESSANDRA ZINITi
20 gennaio 2020 I corpi di tre uomini in muta da sub che affiorano uno dopo l’altro sulle spiagge della Sicilia settentrionale senza che nessuno ne abbia mai segnalato la scomparsa, pacchi pieni di panetti di hashish, tutti uguali, che compaiono, negli stessi giorni, su altre spiagge, dal nord al sud dell’isola senza che nessuno vada a ritirarli. Ecco, immaginate l’arenile di Marinella sotto casa del commissario Montalbano. Se Andrea Camilleri fosse ancora con noi ci avrebbe scritto un altro romanzo. Pane per gli uomini del commissariato di Vigata e per le autopsie del mitico dottor Pasquano.
Suggestioni letterario-televisive a parte, è un giallo appassionante quello che da alcuni giorni sta impegnando le energie di diversi procuratori siciliani alle prese con un rompicapo che, almeno per il momento, non riesce ad andare oltre le ipotesi più fantasiose ma parte da un assunto: improponibile pensare che quei tre uomini con mute identiche addosso ( uno con scarpe da tennis), morti non si sa né dove, né quando, né come, siano tre sub “normali” riaffiorati senza vita dopo una battuta di pesca andata a male. Nessuno li ha riconosciuti ( anche perché i corpi sono ormai devastati dall’acqua) né in Italia risultano sub scomparsi.
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