Il blue monday del governo

“Il governo non cadrà, con il Pd lavoriamo bene”. Luigi Di Maio ostenta tranquillità e sicurezza. Nonostante Matteo Renzi si sia messo in assetto da picconatore. Italia viva ha presentato oltre cento emendamenti al decreto Milleproroghe. I due più pesanti sono un colpo di spugna sulla prescrizione grilline e alle nuove regole per le concessioni autostradali. Non roba di poco conto, anzi. Sulla quale si potrebbe saldare un asse con le opposizioni molto pericoloso per il governo. Ostenta tranquillità e sicurezza anche dopo aver visto l’intervista di Graziano Delrio. Il capogruppo del Pd ha tirato un sasso nello stagno blu che è diventato il governo nell’ansia di rimanere immobile per non creare ripercussioni sul voto in Emilia Romagna. “Il governo non cadrà”, ha risposto al Corriere della Sera, all’unisono con il leader M5s. Ma la consonanza, anche con buona parte degli esponenti del suo partito, Nicola Zingaretti in primis, e con il presidente del Consiglio finisce qui. “Non potremmo di certo far finta di nulla”, aggiunge infatti l’ex ministro. E avverte: “Ci saranno problemi, ci sarebbero ovviamente tantissime ripercussioni su tutti i fronti”.

Come gridare in piazza che il re è nudo. Senza per questo scomodare il re, anzi, i diversi re sparsi nella marmellata giallorossa, la cui narrazione pubblica continua a minimizzare, a buttare la polvere sotto il tappeto. Ma tutto il governo vive ore di ansia, che si protrarranno fino ai risultati da Bologna e dintorni di domenica notte. Nelle stanze dell’esecutivo si ragiona già sul come e quanto. Dice una fonte di governo sponda Nazareno: “Se Stefano [Bonaccini, ndr] vince, nessun problema. Se perde di un soffio o di poco tiriamo avanti. Se prende una sveglia rischiamo grosso”. Dove per “sveglia” si intende un risultato dai 5 punti percentuali in più di distacco.

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