I soldi di Change al Governatore: indagine sulla Fondazione di Toti



D’altra parte, nell’ottobre del 2018 un’inchiesta dell’Espresso aveva rivelato che almeno 173 mila euro incassati da Change nei suoi primi due anni di vita erano poi transitati sui conti correnti personali di Toti. Il Governatore spiega che il denaro è stato trasferito su un conto politico intestato a Giovanni Toti Presidente che ha solo finalità politiche. Le indagini dovranno stabilire se si sia trattato di movimenti legittimi o se, invece, emergano ipotesi di finanziamento illecito ai partiti.

La Finanza in banca.
Il due gennaio di quest’anno la guardia di finanza di Genova ha effettuato un accesso ai conti bancari finiti nel mirino della Uif. Riguardano in particolare attività e movimentazioni da aprte del Comitato Change. Il sospetto è che parte del finaziamneto, così ipotizzano alal Uif possa arrivare direttamente da enti pubblici come la Regione Liguria. Possibilità esplicitamente prevista dallo statuto del Comitato come aveva raccontato Repubblica alla fine del 2017 : “la facoltà di procedere ad eventuali incassi di somme di denaro di qualsiasi ammontare, corrisposti da privati, enti e/o istituzioni di qualsiasi natura, rilasciandone valida e liberatoria quietanza di saldo”. Va aggiunto che Toti, all’epoca, pur non volendo rivelare chi fossero i finanziatori aveva escluso che i soldi potessero arrivare da enti pubblici. Nelle sos riguardanti Change viene anche indicato il nominativo – oltre a quello degli attuali componenti dei board di Comtiato e Fondazione – di Alberto Pozzo un avvocato che, come quasi tutti i memebri del direttivo Change ha anche incarichidi stretta competenza della Regione Liguria. In questo caso Pozzo amministratore Unico di Infrastrutture Recupero Energia I.R.E. S.p.A, una controllata di Filse, società in house della Regione.

Lo Statuto
Come già accaduto per altri casi simili, vedi la Fondazione Open di Matteo Renzi, il nodo da sciogliere riguarda attività e limiti delle Fondazioni. A leggere lo Statuto del Comitato la ragione di essere di Change è assolutamente cristallina. Tra gli scopi ecco una serie di attività culturali, sociali e benefiche ma soprattutto “la raccolta dei fondi necessari per le attività politiche di partiti movimenti e liste del comitato Giovanni Toti- Liguria”. Chiaro come l’acqua. Al punto che appare quasi superata la battaglia che fece il M5s in Comune per sapere se la campagna di Marco Bucci venne finanziata da Change.

Sempre l’Espresso raccontava che a Bucci la Fondazione del Governatore versò 102 mila euro, 67500 andarono invece al futuro sindaco di Spezia Pierluigi Peracchini e appena 5 mila a Ilaria Caprioglio sindaca di Savona. Nulla di sorprendente – a meno che un giudice dica che si tratti di pratiche illegittime o illecite – visto che lo statuto spiega che “la Fondazione può sostenere economicamente progetti e iniziative anche di natura politica di persone in forma singola o associata riconoscendone le finalità”.

Cronaca

I misteri di Change, la “quasi” Fondazione di Toti

di MARCO PREVE
Gli intrecci
E che l’essenza di Change sia politica ancor prima che sociale o culturale lo si desume anche dai componenti dei direttivi.
In principio Change era presieduta dall’avvocato Pietro Paolo Giampellegrini segretario generale della Regione; il segretario era il notaio Francesco Felis e il tesoriere il commercialista Enrico Zappa, sindaco in decine di società fra le quali quelle del gruppo di Sandro Biasotti, e che con l’avvento del centro destra in Regione è stato nominato presidente del collegio sindacale della controllata pubblica Società per Cornigliano.

Dopo di loro Change (che aveva sede in un locale di proprietà di Biasotti) si è spostata a Spezia. Il presidente è un avvocato di Massa amico di Giampellegrini, Nicola Boni, la segretaria è Marcella Mirafiori, collaboratrice in Regione dell’assessora Ilaria Cavo; il tesoriere è Cristiano Lavaggi, consulente del lavoro spezzino, già candidato non eletto di Forza Italia, amministratore delegato di Liguria Patrimonio, un’altra controllata della Regione e da aprile di quest’anno membro del cda di Iren nominato dal sindaco di Spezia.

La replica del Governatore: “E’ tutto trasparente”
“Tutti i versamenti a Change superiori ai 500 euro sono regolarmente registrati alla Camera dei Deputati e da quando è entrata in vigore la legge anche sul sito. La Guardia di Finanza e tutti coloro che vogliono controllare sono benvenuti e faranno giustamente il loro lavoro, ma dubito avranno bisogno di parlare con noi perché troveranno tutto quello che serve loro. È accessibile”.

Contattato da Repubblica, Giovanni Toti spiega le sue ragioni. Dice che “se i versamenti finiti nella segnalazione della Banca d’Italia non risultano sul sito di Change è perché sono antecedenti all’entrata in vigore della nuova norma che ne impone la pubblicazione. Prima prevaleva la privacy, ora la trasparenza. Noi ci siamo sempre adeguati”.

Per quanto riguarda il giroconto tra Fondazione e Comitato “si tratta di regolari finanziamenti all’attività politica così come è previsto negli scopi statutari di Change”. Mentre su quella decina di migliaia di euro finita su un conto privato di Toti tramite un versamento dall’oggetto “attività politica” il governatore specifica che “ci sono tre conti correnti a me intestati. Due sono del tutto privati e da quelli gestisco le mie spese personali. Se devo pagare il mutuo uso quelli, se devo comprarmi la camicia uso quelli. Un altro invece, aperto presso Banca Carige, è dedicato alla mia attività politica. Per cui se devo andare a una manifestazione, se vengo invitato a una kermesse, utilizzo quel conto proprio per non confondere le spese”.

Infine, Toti vuole chiarire che “qualsiasi spesa è tracciata. Abbiamo sempre ricevuto e pagato con bonifici e carte di credito affinché sia tutto trasparente”.

REP.IT

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