Emilia-Romagna, le elezioni più incerte
di MICHELE BRAMBILLA
Bologna, 26 gennaio 2020 – Le elezioni emiliano-romagnole di oggi hanno una particolarità che le rende uniche nella storia: sono le prime dall’esito incerto. Fino alle ultime regionali, quelle del 2014, andare alle urne era poco più che una formalità: si giocava una partita il cui vincitore era noto prima del fischio di inizio. Tutt’al più c’era curiosità sul punteggio: ma neanche tanto, lo scarto è sempre stato netto. A favore del centrosinistra, ovviamente. Chi sarà il vincitore di oggi, invece, non è affatto scontato. È anzi possibile, forse probabile, che solo a tarda notte sapremo se il presidente sarà ancora Stefano Bonaccini o se, al contrario, sarà Lucia Borgonzoni.
L’incertezza non è solo segnalata dai sondaggi pubblicati nelle scorse settimane. C’è anche un dato oggettivo a indicare nuovi orientamenti: alle europee della scorsa primavera – neanche un anno fa, quindi – le liste di centrodestra hanno totalizzato sei punti in più rispetto al centrosinistra. È questa l’aria che tira? Vedremo.
Stefano Bonaccini chiede un voto soprattutto su di sé e sull’operato della propria giunta: noi, dice, abbiamo ben governato da sempre, e l’Emilia-Romagna è un posto in cui si vive bene. Lucia Borgonzoni e il centrodestra chiedono un cambiamento: troppi settant’anni di governo della sinistra, dicono, si è ormai formato un sistema di potere che ha fatto il suo tempo.
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