Jole Santelli, la calabrese rock dopo la vittoria alle regionali: «Anche da noi l’Alta Velocità»

«Pronto?». Berlusconi si palesa in collegamento telefonico, e tira una stoccata a Matteo Salvini: «Con questo risultato FI certifica il radicamento diffuso e il suo ruolo insostituibile». Con lei, aggiunge, «la Calabria diventerà l’emblema non più del malaffare, ma delle eccellenze. Ora tutte le daremo una mano per far risollevare la Calabria». Lei annuisce, grata e annuncia: «Parte il riscatto del Sud».

Una sfida che ha portato avanti con entusiasmo disarmante, dicendo nei comizi: «La Calabria con me sarà tutta un’altra storia, la mia Calabria sarà protagonista». E persino: «La mia sarà una Calabria rock. La voglio veloce: dobbiamo avere anche noi l’Alta velocità. Efficiente: con una sanità che funzioni. E che punti sulla cultura e sul turismo messo a sistema, capace di valorizzare spiagge, borghi e le nostre eccellenze gastronomiche. Chiederò alle migliori menti calabresi che vivono fuori di restituire almeno un giorno al mese del loro tempo per aiutare questa terra».

Senza mai pensare alla sconfitta, anzi preparandosi a festeggiare in ogni caso, come poi è successo. «Noi ci siamo divertiti. È stato molto toccante. Bellissimo», diceva la sera prima del voto al suo «cerchio magico»: Antonia Postorigo, penalista cosentina, sua capo segreteria in via Arenula, poi consulente giuridica di 7 ministri; Eva Catizzone, ex sindaco di Cosenza; i due deputati forzisti Francesco Cannizzaro, coordinatore provinciale azzurro e Maurizio D’Ettorre, di Locri, ordinario di diritto, per anni nello stesso studio con il premier Giuseppe Conte («bravissimo, altro che concorso truccato lo avrebbe superato ovunque», dice di lui).

È la prima donna presidente della Regione. In Calabria non si era mai neanche ipotizzato. Lei non vuole che si sottolinei: «Non è una vittoria di genere ma di un nuovo modo di vedere. Io sogno una Calabria che creda in sé stessa. Che venga vista non solo nelle sue zone d’ombra (che pure ci sono). Una Calabria a colori».

Tra quelle zone d’ombra c’è la ‘ndrangheta. Come salvaguardarsi da infiltrazioni nelle liste? «I miei candidati li conosco tutti, sono stata per anni qui al coordinamento del partito. Per questo le liste le abbiamo chiuse così velocemente». E ricorda ridendo: «Il 23 mattina le abbiamo iniziate. Il pomeriggio ho fatto i tortellini, la notte l’insalata russa. Il 24 mattina erano pronte le liste e la cena di Natale».

Subito dopo è iniziata la corsa per battere Pippo Callipo, l’imprenditore del tonno che ieri alla «signora Santelli» ha fatto pesare di non essere residente. «Io la Calabria ce l’ho nel cuore», ha risposto lei, che non ama conflitti. L’unica polemica, venuta da fuori, sulla battuta di Berlusconi («la conosco da 26 anni e non me l’ha mai data») l’ha liquidata sorridendo. Se però le si dice che la Calabria è una terra maschilista replica: «Qui c’è il vero matriarcato. È vero che gli uomini sono maschilisti, ma è vero pure che fanno sempre quello che dice la madre».

CORRIERE.IT

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